Alessandro in arte Alixia – Ciao amici, mi Chiamo Alessandro sono di Perugia, in arte sono Alexia e quello che voglio raccontarvi è di Alexia, perché è una bella storia, belle storie. Avevo 23 anni e Alessandro non esisteva, esisteva solo come corpo ma non come mente e desiderio sessuale. La storia inizia al tempo dell’università e durate questo periodo, mi piaceva visitare un piccolo campeggio nel Parco Regionale del Trasimeno e precisamente a Castiglione del Lago. Certo Perugia non è una grandissima città, ma è piena di vita e interculturale, per la presenza dell’Università per gli stranieri. Questa Università da “vita” alla città oltre al cioccolato. Si fanno conoscenze molto, molto interessanti a livello sessuale.
Alessandro in arte Alixia: ogni tanto, quando mi saliva la voglia e il desiderio ci andavo…
Il campeggio si trovava in un posto abbastanza isolato, in riva al lago, il che era ideale per le mie scorribande sessuali. I posti erano distanti l’uno dall’altro e gli alberi erano fitti, quindi ero piuttosto isolato e fuori dalla vista degli altri campeggiatori. Mi ero travestito per anni e mi piaceva stare da solo nei boschi dove avrei indossato indisturbato ciò che volevo.
Vivevo ancora in famiglia e non avevo molta privacy,
quindi facevo tesoro delle mie fughe del fine settimana in modo particolare nelle belle stagione, alta primavera fino alla fine dell’autunno. Non avevo molto abbigliamento di abbigliamento femminile: un reggiseno, un paio di perizomi, qualche rossetto, fard e truco per occhi, delle scarpe da donna con tacchi alti e mi ero abituato a indossarle molto bene. Mi ero fatto crescere i capelli abbastanza, per evitare la parrucca. Sotto i pantaloncini e la maglietta non avevo niente e non vedevo l’ora che arrivasse il tramonto per poter indossare qualcosina di sexy.
Quando l’oscurità calava e l’unica luce intorno,
era solo un piccolo fuoco alimentato da sterpaglia e rami secchi che facilmente si raccoglievano nel bosco. Fisicamente alto 1.75, pesavo 65 kg, quindi magro, non ero molto peloso, ma solo al poasto giusto, sul cazzo, alle ascelle e quando decidevo di andare, mi depilavo con una crema depilante l’ano e tutti peli che vi erano intorno fino a tutti i peli del pube. Avevo un fisico glabro, asciutto ma con i suoi muscoli al posto giusto. Facevo un tipo di palestra, leggera ma mirata a rassodare i muscoli dei glutei, per avere un sedere sodo e pieno, sia quando indossavo jeans o pantaloni in genere e sia quando indossavo perizomi o mutandine da femmina per esaltarne la bellezza in modo tale che venisse apprezzato dai vari fruitori.
Alessandro in arte Alixia: mi ero mezza travestita, già in macchina,
rossetto, fard, trucco agli occhi, indossai il reggiseno, le mutandine, una camicetta di raso nero, dei pantaloncini e scarpe da donna. Ho chiuso la macchina e mi sono incamminato, ops, incamminata verso il mio posto di battuage. Mi sono recato al posto isolato, ho raggiunto la “mia” panchina e ho cominciato a raccogliere sterpaglia, rametti e tronchetti secchi, misti a quelli freschi, da mettere sul fuoco, quando aveva preso bene, in modo che duravano più a lungo. Mi sono seduto sulla panchina accanto al fuoco e la camicetta di raso a contatto con la pelle e in modo in cui la luce del fuoco si rifletteva sul raso lucido mi eccitava moltissimo.
Mentre bevevo la mia birra, ascoltavo un pò di musica,
e ogni tanto mi massaggiavo il reggieno imbottito attraverso il raso. Ad un certo punto, notai una torcia in lontananza che si muoveva tra gli alberi. Immaginavo che un altro camperista stesse andando in bagno ma continuava a venire verso di me. Il cuore mi batteva nel petto, mi succedeva sempre quando qualcuno si avvicinava a me e sentivo la presenza di qualche maschio desideroso. Amo i maschi ma solo quando mi sento femmina e mi vesto da femmina. Quando sono Alessandro non li guardo neanche e neanche il pensiero va su un qualsiasi tipo di desiderio sessuale.
Alessandro in arte Alixia: Si presentò Alberto e lui e alcuni amici
erano nel vicino campeggio e non avevano legna da ardere, quindi si era allontanato dal gruppo per raccogliere legna. A passi lenti e senza illuminarmi troppo con la torcia, mi disse: “Ciao, come ti chiami e che fai qui tutta soletta…”, Mi chiamo Alexia e vengo qui per rilassarmi… mi piace molto stare di sera, sola a godermi il fresco e le stelle nel cielo… (romantica io9 ah aha. Alberto illuminandomi un po con la torcia mi disse: “Sai, sei molto carina e che gli piaceva la mia camicetta di raso nero. Mi ha chiesto se poteva sedersi con me e fare qualche chiacchiera. Mi spostai al lato della panchina, per fargli posto, ero nervosa ma ho detto di sì, gli ho offerto una birra e ci siamo seduti sulla panchina.
La camicetta e i pantaloncini erano da donna,
mi domando e cosa indossavo sotto. Un pò tremante con la voce risposi che indossavo un reggiseno e un perizoma rosso molto carino. Mi disse che la sua ragazza non amava molto indossare intimo sexy ma a lui piaceva molto quando una donna indossa cose carine per piacere al suo compagno era bello vederlo addosso a qualcuno e mi ha chiesto se potevo mostrarmi a lui che adorava questo tipo di intimo. Mi chiese di togliermi la camicetta, cosa che ho fatto ben volentieri. Segno di accettazione e di apprezzamento della mia femminilità. Tremavo nervosamente, mi travestivo da un po e nessuno mi ha mai vista travestita. In fondo dovevo rompere questo auto consolarmi da sola. Desideravo che qualcuno apprezzasse la ia femminilità e la femmina che mi sentivo.
Mi ha chiesto se poteva toccare la mia camicetta di raso,
e io con ansia ho detto di sì e il mio cazzo ha cominciato a gonfiarsi. Mi ha messo una mano sulla schiena e l’ha fatta scivolare fino alla base del mio sedere e mi ha detto “Adoro la sensazione e l’aspetto del raso, mi fa impazzire”. La sua mano scivolò sulle mie natiche e io rabbrividii. Poi allungò l’altra mano e me la fece scivolare sull’addome, mi ha infilato l’altra mano sotto il reggiseno e usò le dita per accarezzarmi i capezzoli e cominciando a stuzzicarmeli. Mi sono quasi sciolta, nel sentirmi apprezzata come donna.
Percepivo, questo punto, il mio cazzo che si ingrossava
e stava spingeva contro il triangolo del perizoma. Non sapevo cosa avrei fatto se la sua mano fosse scivolata sul mio cazzo. Mi ha chiesto se avevo mai fatto qualcosa con un altro ragazzo e io ho risposto che io e un cugino ci eravamo fatti una sega qualche volta, ma tutto lì e nient’altro. Oltre alla quai innocente storia du masturbazione reciproca con mio cugino non hiìo mai avuto nessun tipo di storia o sesso ne con ragazzi e tantomeno ragazze. Quasi mi vergogno ma è così
Ciò lo ha reso felice, forse perché ha capito che non ero un abituè,
e che ero inesperta. Intanto la sua mano mi massaggiava il culo, accarezzando i miei glutei dolcemente e qualche dito si insinuava all’interno dei glutei. All’improvviso, mi ha chiesto se avevo mai pensato di fare un pompino a un ragazzo o di fare sesso con un ragazzo come fossero maschio e femmina…”, con la voce tremante gli ho risposto di sì e che l’ho sempre desiderato, ma mai osato. Gli ho detto che ho un dildo che ho succhiato e cavalcato molto nel corso degli anni. Mi ha chiesto e percepivo la sua voce cambiare tono ma nel senso buono, nel senso che ha acutizzato la sua voce maschile: “Ti piace quello di gomma o che mi sarebbe piaciuto uno vero, caldo e palpitante di desiderio, sai, non sono mai stato con qualcuno che indossasse lingerie femminile e questo mi eccita”.
Alessandro in arte Alixia: da quando ho iniziato a travestirmi,
ho sognato di succhiare un cazzo ed ecco la mia occasione. Da quando ho iniziato a travestirmi che ho sognato di essere posseduta da un maschio vero e che mi trattasse da troia e dolce compagna di giochi. Desideravo con tutta mestessa che prima o poi ciò avvenisse, avrei fatto di tutto per accontentarlo e soddisfarlo, farlo godere più volte come sarebbe piaciuto a lui e inebriarlo e inebriarmi di piacere di un maschio che mi desiderava come donna. Tutti questi pensieri mi frullavano nella mente, mentre sentivo le sue forti mani accarezzarmi il petto e il sedere. Percepivo che il mio ano diventava umido e ansimante.
Alberto era un tipo magro longilineo, capelli quasi rasati a zero,
alto, penso approssimativamente 1, 90, e di peso sui 70 kg. A vederlo fisicamente era bellissimo, il ragazzo che avevo sempre sognato e che desideravo molto… I miei pensieri si interruppero all’improvviso… si chino verso di me e mi bacio appassionatamente sul collo, sentivo il suo fiato caldo… un mi brivido scese lungo la schiena dal collo fino al mio ano. Ero molto imbarazzata e timida, lo lasciavo fare e non osavo prendere iniziativa. Si accorse di questo e per rompere l’atmosfera i sussurro nell’orecchio: “Piacere sono Alberto e tu…”, con un filo di voce, sforzandomi a renderelo femminile gli risposi che mi chiamavo Alexia… “Bellissimo nome Alexia, vogliamo giocare a maschio e femmina perché voglio mettere alla prova il tuo desiderio di sentirti ed essere femmina”. Il mio cuore batteva forte e mi dissi e ora di svegliarmi dai sogni…
Alessandro in arte Alixia: mi tolse le mani dal seno e dal sedere,
si alzò sulla panchina, si slacciò i pantaloni, li lasciò cadere insieme ai boxer fino alle caviglie. Con la torcia che prima aveva appoggiato sulla panchina, si illumino per farsi guardare e farmi apprezzare il suo corpo, bellissimo e desideroso. Quasi svenivo a quella vista: una statua greca ma a differenza dalle statue greche, raffigurate con un pisellino moscio. Alberto invece aveva un enome cazzo turgido che si allontava dritto dal suo corpo. Erano passati diversi anni dall’ultima volta che avevo toccato il cazzo di mio cugino. Era giunto il momento di darmi da fare, ora o altrimenti quando?
La mie piccole mani si sono avvicinate al suo cazzo,
e con una gli avvolgevo le palle e l’altra avevo agguantato l’asta e che a mala pena riusciva ad afferrare solo la base del cazzo. Nel frattempo mi ero inumidite le labbra con la mia stessa lingua, perché non volevo che la mia bocca sfiorasse quella enorme cappella a labbra asciutte ma umide e sentire subito il sapore e l’odore di tanta bontà. Mi accosto anche con il viso e la mia bocca a a malapena avvolgeva la cappella completamente ed era qui nella mia bocca. Mi ha detto di prenditi tutto il tempo che vuoi, voglio essere tuo e tu completamente mia. Metto la bocca sulla punta del suo cazzo e tremo quando le mie labbra entrano in contatto con la cappella. Mi sono accostata di qualche centimetro, ho apreto la bocca e ho chiuso le labbra attorno alla punta del suo cazzo ed è stato fantastico.
Mossi delicatamente la lingua intorno alla testa e ai bordi della testa,
e sentii il suo cazzo contrarsi nella mia mano. Ho mosso lentamente la testa verso il basso e poi verso l’alto. Ero innamorato. Ho cominciato a dondolarmi su e giù e a muovere la mano insieme alla bocca come avevo visto nei porno. Era meglio di quanto immaginassi. Gemette e mi chiese se ero sicuro di non averlo mai fatto prima. Ho borbottato No con la bocca piena di cazzo. Non volevo fermarmi. Dopo qualche minuto, mi mise una mano sulla testa e mi passò le dita tra i capelli mentre andavo su e giù. Mi è venuto in mente questo pensiero, mi sono chiesto se gli avrei fatto un doffocone. Mi ero abituato a prendere il mio dildo in gola e pensavo che forse non avrei mai più avuto questa possibilità.
Alessandro in arte Alixia: un soffocone profondo, assurdo,
il mio dildo era più piccolo di quel cazzone, inoltre era di plastica e non di carne calda e pulsante. Mi sono staccata per un momento per prendere aria, ho alzato la testa per guardare Alberto: gli ho sorriso e anche lui ha sorriso di rimando e ho fatto un respiro profondo e mi sono costretta a spingermi con la testa completamente su di lui. Ha urlato “porca miseria, amica, sei riuscita a prenderlo tutto in gola, quasi la metà. Ho pensato la stessa cosa ma volevo di più. L’ho tenuto il gola il più a lungo possibile, sono tornato a prendere aria e ho tossito e sbavato ovunque. Questo lo ha afatto arrapare di più e lo sentivo come gemeva e come con entrambi le mani spingeva la mia testa a sé.
Questo mi ha fatto ecciatre più che mai e ho iniziato
a dondolare di nuovo su e giù furiosamente, giocando con le sue palle nell’altra mano. Per alcuni minuti l’ho succhiato cosi. Nel tentativo di ingoiarlo tutto si è creata molta saliva e la sentivo che scivolava sulle palle fino a bagnarmi la mano che le massaggiava. Ho continuato ancora pee un po ma non sono riuscita a fargli il soffocone… ho fatto un altro respiro profondo attraverso il naso e sono sceso di nuovo fino in fondo. Ma niente no ci riuscivo e questo mi rammaricava, avrei proprio voluto farglielo. Dolcemente mi disse. “Alexia, sento che ne sei capace e che lo vuoi tutto in gola ma in questa posizione non ci riuscirai mai”. Si stacco con il cazzo dalla mia bocca e si sedette a bordo della panchina.
Alessandro in arte Alixia: in questa posizione, mi disse,
riuscirai meglio e io posso spingertelo con più forza in gola. Detto da lui, ci credetti quasi, mi disse di inginocchiarmi e di rilassarmi e di partecipare entrambi all’impresa, perché a questo punto lo desiderava fortemente anche lui, si era eccitato moltissimo, gli stringevo il cazzo in una mano e lo sentivo durissimo come una pietra. Nella posizione di lui seduto sulla panchina e io in ginocchio in effetti, forse, sarei riuscita a farmi e a farlo contento. Mi rassicuro che non sarebbe stato violento ma deciso si. Questo mi spaventava e mi eccitava nello stesso momento ma pur di riuscirci avrei violentata me stessa.
Mi abbassai maggiormente e con la lingua gli leccavo le palle,
e alternativamente riempivo la mia bocca di una palla alla volta. Lo eccitavo molto e lo percepivo da come mi accarezzava la testa e i capelli e dalle parole dolci che mi sussurrava: “Sei la mia donna, la mia troia e voglio che mi ingoi tutto il cazzo fino alla base e voglio versare dentro di te tutta la mia sborra e passione… vero troia che lo vuoi… che ti piace. Mugugnando tra una palla e l’altra gli ho risposto, si lo voglio, o voglio tantissimo e voglio che questo rimane impresso nei nostri ricordi per tutta la vita.
Alessandro in arte Alixia: mi afferrò la testa e la attiro a sé,
si inarcò verso di me e mi diede un lungo bacio con la lingua che la fece roteare dentro la mia bocca con decisione e forza. Fini di baciarmi e porto la mia testa all’altezza del suo cazzo che era duro ed eccitatissimo. Lo presi in bocca con delicatezza e decisione, non potevo perdermi questa mia prima grande occasione della mia vita. Lo avevo fatto e c’ero riuscita, con il dildo di plastica, quasi a soffocarmi da sola e perché negarmi di farmi soffocare da un cazzo vero, caldo, palpitante e vivo e desiderava tanto sverginarmi la gola. Lo volevo a ci sarei riuscita a tutti i costi.
Mi diedi coraggio e decisione, lascii le palle dalla bocca,
e cominciai a risalire lungo l’asta e e con una mano continuavo a massaggiare le palle e l’altra la portai dietro di lui e l’appoggiai tra la fine della schiena e l’inizio dei suoi glutei. Intanto la mia bocca aveva raggiunto l’apice dell’asta e si accingeva a racchiudere la sua cappella nella mia avida bocca” Alberto era deciso anche lui, mi afferrò la testa con entrambi le mani e mi guidava della discesa lungo il suo cazzo. Non spingeva solamente, accompagnava la mia testa delicatamente e decisamente su e giù seguendo il ritmo della mia testa e in ogni discesa spingeva un un pò di più. In ogni discesa sentivo la sua cappella grossa e turgida che mi entrava sempre di più in gola.
Alessandro in arte Alixia: il ritmo era lento ma continuo,
avevamo tutto il tempo che ci voleva, io non avevo fretta e neanche lui. Entrambi desideravamo questo ma non velocemente, ci volevamo gustare appieno questa situazione. Ad un certo punto mi disse: “Sai nessuna donna è riuscita a ingoiarmelo tutto e farsi sborrare dentro, tu, mi sembra hai tutti i presupposti per riuscirci e dobbiamo riuscirci, questo bosco silenzioso e complice deve assistere alla realizzazione del nostro desiderio”. Queste parole mi incoraggiarono, potevo pensare di riuscirci e volevo riuscirci ma non potevo dirglielo perché non si era fermato nel ritmo di salita e discesa della mia testa sul suo cazzo.
Pensavo è meraviglioso, finalmente sono riuscita succhiare,
un cazzo vero e non potevo perdermi questa occasione. Mi rilassai il più possibile, quasi ad annullare la forza della mia testa, era guidata solo dal ritmo e dalla forza delle sue forti braccia. Ogni salita e discesa, spingeva più giù la testa, e sentivo la sua cappella che mi forzava i muscoli della gola e che questi opponevano resistenza, perché, comunque, la prima volta qualcosa di estremamenete grosso e duro era riuscito ad arrivare fin li. Mi sentivo soffocarem, tentavo di respirare con il solo naso e nella risalita riusciva a prendere un po d’aria. Quando la cappella era giù in fondo alla gola riusciva ad otturare anche la base delle narici e in quei momenti addio respiro.
Alessandro in arte Alixia: nel ritmo di salita e discesa,
ogni tanto Alberto, si fermava e la sua cappella e dietro il suo cazzo rimaneva fermo per qualche secondo, io incassavo tutta la forza e la durezza di quella pressione e riuscivo a sentire di sussulti di piacere di Alberto e le parole: “Brava… bravaaa, vedi che ci stai riuscendo… sai sono all’apice di riempirti lo stomaco della mia calda e abbondante sborra. Gemevo in silenzio forzato queste parole e sentivo la cappella che forzava i miei muscoli e sentivo la sua capella che si faceva strada dentro di me oltrepassando la biforcazione dell’esofago e la trachea. In questi momenti mi sentivo mancare il respiro e pensavo fi non farcela.
Non potevo fermarmi proprio ora, sul più bello.
Sarebbe stata una grossa delusione e rammarico per entrambi. I nostri c orpi erano caldissimi e tesi ma volevo renderlo e rendermi felice. Con una mano continuavo a massaggiargli le palle e con l’altra il limite della sua schiena e i suoi glutei e con la forza che avevo lo attiravo a me… fargli sentire la mia partecipazione e la mia voglia in quello che stavamo facendo. Alberto non fermava il suo ritmo, la mia gola quasi scoppiava. Sentivo il suo corpo irrigidirsi, il suo respiro sempre più affannoso… il ritmo delle sue mani si era rallentato. Il movimento non era estremamente lungo, cercava il più possibile di trattenere la cappella stretta nella mia gola…
Alessandro in arte Alixia: si era riposizionato meglio sulla panchina,
aveva portato le sue gambe da distese a piegate come a stare ben seduto e appoggiato sui sui piedi il suo corpo si era inarcato in avanti e aveva poca possibilità di fare il gioco lungo con la mia testa. Avevo la possibilità solo di pensare che forse stava per arrivare il tempo per la sua sborrata calda, lunga e potente direttamente nel mio esofago. Soffrivo ma ero provato talmente felice ed eccitata che annullava il mio dolore alla gola. Ad un certo punto fermo, il ritmo della mia testa, quasi a bloccarmi e con un colpo di reni sentii, addirittura il fuoriuscire flutti di sperma che premevano sulla sua uretra e che si riflettevano sulle pareti della mia bocca e del mio esofago…
“Ohhhhh cazzo! Che bello… che bello, stai ferma troia,
ti sto vomitando in gola… ohhhh cazzo, cazzo e mi rovescio il tutto nel mio esofago. In quel momento senza toccarmi sborrai anche io involontariamente… Ad un certo punto tolse le mani ed io con un balzo all’indietro lasciai fuoriuscire il cazzo dalla mia gola e sentii un forte bisogno di aria… sentivo l’aria che mi entrava nei polmoni con estrema fretta, sentivo i polmoni riempirsi di aria fresca e ripresi a con gran piacere iniziai a respirare… Le sue parole furono: “Amore ci siamo riusciti ed è stato molto bello, intenso. Si si ci siamo riusciti… con difficoltà gli risposi…
Alberto scese dalla panchina si sedette a terra alla mia altezza
che ero in ginocchio, mi attiro forte a se e mi abbraccio forte, ricambiai con molto piacere il gesto e rimanemmo cosi per qualche minuto. Una stretta all’altro in un apice di piacere e soddisfazione fisica e mentale… Complici il buio, il silenzio e il bosco rimase a guardare stupito da quello che aveva assistito. “Amore, sei favolosa, sei stata stupenda, ricorderò questo per tutto la mia vita, lo desideravo molto e tu per pura coincidenza mi hai reso il ragazzo più felice al mondo”. Io non trovavo le parole per rispondergli, confusa e con la gola dolorante gli dissi: Grazie amore, mi hai reso la donna più completa e soddisfatta questa notte… e vorrei che questa notte non finisse mai… non vorrei che i primi raggi di luce di questa alba cancellassero il nostro piacere e il nostro ricordo…
1.a Parte: Autore: Alixia

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