Panorama – Anno XXXIII N. 43 (15949) - 31 ottobre 1996

Quei ragazzi di vita in piazza Esedra

Arrivano dal Terzo mondo. Si prostituiscono per 30 mila lire. E le vittime, tra i clienti, aumentano. Così, mentre qualcuno intravede l’ombra del serial killer, la giunta Rutelli…
di: Laura Maragnani
Vai in piazza Esedra e li trovi tutti lì, all’angolo del McDonald’s. Ciondolano. Fumano. Aspettano. Hanno capelli lunghi con troppa brillantina, mocassini bicolori, pantaloni fuori moda. Camicie aperte a mostrare i peli del petto. Un crocifisso che a volte s’intravede e a volte no. Ce n’è di tutti i tipi, di tutte le età, per tutti i gusti: l’efebico, il virile, il bruno, il biondo. Ma costano tutti lo stesso prezzo. Trentamila lire, al massimo cinquanta. E se la giornata gli è andata storta, vedrai che ti seguono anche per molto meno: bastano 20 mila lire, un panino e una birra, qualche sigaretta. Dipende dalla fame e dalla disperazione. E loro ne hanno a sufficienza di entrambe, dell’una dell’altra.
Loro. Gli eredi dei ragazzi di vita di Pier Paolo Pasolini. Che non vengono più dalle borgate, come ai suoi tempi, ma dal Terzo mondo: nordafricani, albanesi, slavi, romeni.
Dormono un po’ qua un po’ là, dove capita. E per sbarcare il lunario frequentano l’angolo del McDonald’s, a due passi dalla stazione Termini, il più grande mercato dell’eros omosessuale nella capitale. I clienti arrivano, contrattano, caricano il prescelto in macchina e lo riportano qui, dopo. Routine. A volte il cliente non torna affatto. Lo troveranno gli amici il giorno dopo, in casa sua stordito dal sonnifero o da una botta in testa, a volte legato, a volte picchiato, quasi sempre alleggerito dei soldi e dell’orologio, e se gli va male anche del televisore, dello stereo, dei vestiti. È routine anche questa.
Fino a quando non succede che gli amici arrivando il giorno dopo, si trovano davanti a un morto. Strangolato con il filo del telefono, come è successo al critico teatrale Dante Cappelletti giovedì 17 ottobre. O col cranio sfondato, come è capitato all’ingegnere informatico Luciano Petrini, il 9 maggio, o all’arredatore in pensione Emilio Crevatin, un anno prima. Accoltellato come Livio Zarrillo, parrucchiere, nel 1994; come Walter Heymann, cartomante, e come Andrea Agliata, operaio, e Giuseppe Surrentino, attore, e Vittorio Melloni, regista, tra il 1992 e il 1993. Incaprettato come Francesco Lino, pensionato, il 6 marzo 1993. Strangolato con una cravatta come Giancarlo Carnevali, ex funzionario di banca, pochi giorni dopo. O ancora strozzato con un filo elettrico, oppure ammazzato con un colpo di karate alla carotide…
Ma che succede a Roma? Sedici morti in sei anni. Tutti gay. Per la maggior parte di mezz’età. Tutti uccisi nella propria abitazione di single, senza un segno di effrazione alla porta. Tutti (o quasi) descritti dai vicini come «persone rispettabilissime» e dalla «vita riservatissima»: peccato solo per quel viavai di ragazzoni la sera tardi, «lei capisce, vero», o per quell’andirivieni di stranieri male in arnese. “Non c’è dubbio che il responsabile di questi omicidi vada cercato nell’ambiente dei prostituti assicura Vanni Piccolo, consigliere del sindaco Francesco Rutelli per i diritti degli omosessuali. “E quando dico prostituì intendo prostituti eterosessuali. Ragazzi che si vendono non per scelta ma per bisogno, odiano quel che fanno e quindi si vendicano della loro umiliazione sui clienti. Che sono più ricchi di loro, anche se di poco. Che sono il simbolo dell’occidente da cui si sentono sfruttati. E quindi vanno, nella loro testa, non solo sfruttati economicamente, ma anche puniti».
L’identikit dell’aggressore è tipico. E così pure quello della vittima. Poco importa se Dante Cappelletti, l’ultimo morto ammazzato, fosse un critico di vaglia, e se Giancarlo Abbate, il primo dell’elenco, fosse invece un semplice impiegato: c’è un filo rosso che li accomuna alle altre vittime. E non è la professione. L’operaio Andrea Agliata, l’ingegnere Luciano Petrini, l’albergatore Giuseppe Malatesta, i pensionati Giancarlo Carnevali e Francesco Lino avevano tutti in co­mune un’omosessualità appartata, non esibita, non rivendicata. Non facevano parte della comunità gay. Non avevano un rapporto affettivo stabile. «E non è un caso che si tratti di anziani, quasi sempre» sospira Franco Grillini, il presidente dell’Arcigay: “I gay anziani hanno introiettato il rifiuto dell’omosessualità che era la norma nell’Italia in cui sono cresciuti. Non si accettano. Si vergognano. Vivono una sessualità segnata dal senso di colpa, e la vivono in clandestinità, in rapporti occasionali e mercenari, con un’oscura ricerca di punizione. In poche parole, sono le vittime ideali dei balordi”.
I balordi? O un balordo? Tre anni fa Grillini propose di mettere una taglia di 5 miliardi su quello che definì “il serial-killer della capitale”. Ma la proposta lasciò freddi i gay romani: «Più che di un unico assassino, noi sospettiamo delle bande di prostituti che si organizzano per derubare i clienti. L’omicidio non è voluto a priori, è solo un incidente» racconta Mimmo D’Antuono, gestore dell’Officina Fans Club ed editore della Mappa gay e lesbica della. capitale. Nella guida ci sono luoghi d’incontro e di prostituzione descritti, in italiano e in inglese, come “pericolosi”: piazza della Repubblica, Valle Giulia, Villa Borghese, piazza Vittorio, piazza dei Cinquecento, quadrato della Concordia. C’è un annuncio bilingue che invita i lettori a essere “prudenti”. Ma serve a qualcosa?  “Il rischio spesso è cercato, appetito, richiesto. C’è una parte del mondo gay per cui è addirittura un ingrediente indispensabile della sessualità” spiega Daniele Scalise, giornalista, che ha appena dato alle stampe un reportage sull’Italia omosessuale che si intitola Cose dell’altro mondo (Baldini & Castoldi). Racconta di clienti che si portano i ragazzi in casa e lì chiedono di essere legati, frustati, picchiati. Ma dire che sono pazzi è inutile: “Le etichette non risolvono niente. Bisogna prendere atto, piuttosto, che la prostituzione esiste per gli omo come per gli eterosessuali. Che l’erotismo è una cosa molto complicata per tutti. E che è ora di fare una bella campagna che inviti tutti alla sicurezza”.
A Bologna l’Arci-gay ha già distribuito un dépliant del genere. È pieno di buoni consigli: “Se porti uno sconosciuto a casa, comunica la cosa ad amici e conoscenti”. Oppure: “Se sali sull’auto di un estraneo, cerca di memorizzare il numero di targa”. O ancora: “Non lasciarti legare neanche pe gioco da sconosciuti”.
In un incontro con l’allora ministro dell’interno Roberto Maroni, le organizzazioni gay chiesero addirittura un finanziamento pubblico per estendere la campagna a tutt’Italia. Non se n’è mai fatto niente. “Da allora, però, i nostri rapporti con le forze dell’ordine, e in particolare con la questura, sono parecchio migliorati» assicura Piccolo. A Roma è stato perfino istituito un numero verde a cui segnalare aggressioni e pestaggi. “Però è stato chiuso, dopo un anno e mezzo, per mancanza di chiamate. Non perché le violenze non ci siano, anzi, ma perché i gay preferiscono sempre non denunciarle. Hanno troppa paura di esporsi”.
Così ci si arrangia. Come si può. I più prudenti (e i più facoltosi) alla prostituzione di strada preferiscono quella in appartamento, dove per 150 o 200 mila lire si trovano ragazzi italiani, bellocci, muniti di cellulare e di preservativi, che hanno il sogno di trovarsi un amante ricco e di fare l’attore o il fotomodello. Gli altri, sempre prudenti ma non disposti a rinunciare all’incontro esotico, fanno come quel commerciante di Roma che ha raccontato la sua strategia nel libro di Scalise: mai portare uno sconosciuto in casa, “si fa una cosa in macchina e via”; mai portarsi dietro più di un centone, mai esibire l’orologio, mai mettere un anello o un braccialetto in vista. E tra il rischio di un sonnifero nel caffè e quello di una botta in testa, tra un cliente derubato e uno ammazzato, ecco avvicinarsi il 2 novembre, anniversario dell’omicidio di Pier Paolo Pasolini. Correva l’anno 1975. Ventuno anni sono passati, ma a Roma si continua a morire.

Panorama 12 Novembre 1998 - Anno XXXV – n° 45 (1700)

Eros 2000: le pagine gialle della Trasgressione Guida a Sexylandia, viaggio nell’Italia del proibito.

Ristoranti per cene afrodisiache, privè per scambio di coppie, boutique del fetish, spogliarelli maschili e femminili, ritrovi gay e lesbo. Ecco la nuova pornomappa. Città per città. Peccato dopo peccato.

di Davide Burchellaro. 
Fotografie di Francesco Cito
Il pesante seno della ventiquattrenne russa Anastasia ondeggia a pochi millimetri dagli occhi avidi di un distinto signore sulla quarantina che le ha appena infilato la banconota nel tanga. Allo scadere del terzo minuto, con precisione scientifica, Anastasia passa sulle ginocchia di un altro pagante, questa volta un ragazzino che le ficca immediatamente il naso tra i seni. Tutt’intorno, altre ragazze italiane, russe e brasiliane tra le poltrone dello Strip Tease animano allo stesso modo di Anastasia il nebbioso sabato sera milanese. 
Poche ore prima, nel pieno centro di Milano, una piccola ma diligente folla si accalcava attorno alle tute in lattice, agli stivali-stiletto e alle maschere antigas in vendita nel negozio di accessori fetish Sex Sade.
Tra mutandine «commestibili» in farina di mais, corsetti sado e frustini in vera pelle, una coppia di trentenni arrivava a spendere ben 543 mila lire. Lo stesso sabato pomeriggio, in un ufficio alla periferia di Roma squillava il telefono: una signora chiamava l’agenzia Eros e prenotava Ramirez, lo spogliarellista del momento per un festino con le amiche. Strip Tease, Sex Sade, Eros agency, sono solo tre degli oltre 4.200 indirizzi contenuti nella guida al pornomondo nostrano “Sesso & amore – Guida Italia 1998-99”, Sex Yellow Pages, edita dall’editore romano oMo, che fornisce una mappa capillare di tutti i luoghi erotici più caldi, da Merano a Cefalù. Un viaggio nel piacere carnale che quest’anno registra una crescita esponenziale dei club fetish, dei sadomaso shop e dei locali omosex. Per non parlare dei teatrini di strip maschile e lap dance, la danza che simula l’orgasmo intorno alla pertica, diventati ormai un tormentone nella metropoli come nella provincia. Ma le Sex Yellow Pages non sono l’unica guida alla Sexylandia italiana: per il costo di 99 mila lire è reperibile anche un vero annuario del sesso (Audiovideo editore), dove si possono trovare schiere di massaggiatrici, numeri erotici e privé e una summa delle migliaia di riviste di annunci. E poi una guida alla Roma erotica edita da Castelvecchi e varie guide gay e lesbiche dedicate alle metropoli italiane. Mappe quanto mai necessarie se è vero, come assicurano i sondaggi più recenti, che il mercato della performance e del feticcio sessuale riguarda oggi più del 20 per cento della popolazione adulta italiana e supera i 4 mila miliardi. Ma cosa offre veramente questa rete di locali? Dopo aver visitato un po’ di indirizzi segnalati dalle guide, Panorama vi racconta che cosa ha trovato. Il viaggio comincia con le vetrine più gettonate del momento, quelle dei sexy shop e dei negozi sadomaso. Dal tempio milanese Sex Sade, offre ogni genere di abito in latex senza cuciture e oggetti per torture. «Siamo i primi in Italia a trattare esclusivamente abbigliamento fetish» dice il titolare Mauro Tortona mentre mostra parrucche, mantelle, guinzagli e museruole. I prezzi variano dalle 90mila lire per un frustino alle 400 mila per vestiti eleganti. «La moda copia il sadomaso e questo lo rende di tendenza» dice Emanuela, 29 anni, sceneggiatrice e cliente del Sex Sade, «non sono solo oggetti di eccitazione o gioco, fanno parte di uno stile di vita». Tra le marche di abiti di culto, Harness e Murray and Vern. Si vende molto bene anche la maschera antigas: «Sì il modello israeliano» conferma Tortona, «obbligando a respirare lentamente, provoca un orgasmo naturale». Non troppo lontano, in piazza Duca d’Aosta c’è il Know how gay shop, primo pornoshop dedicato ai gay.
 
A Bologna la fetish-mania assume contorni cibernetici. «Vendo tanti falli finti, ma il cyberpene va per la maggiore» dicono i commessi del sexy shop Conchiglia Rosa illustrando l’oggetto del desiderio, vibratore con «a tatto», in pratica munito di sensori che accendono l’attrezzo al solo tocco. E poi cuoio nero, set di frusta, manette e collare a 609 mila lire. È a Roma invece il sexy shop che vende il giocattolo più ambito, il pene vibrante modellato sul calco del famoso attore Usa Jeff Strike. Si chiama Beautiful, è in via Neroni ed è gestito da Ferdinando Ventura, che va fiero anche dell’ultimo arrivo, l’«ovulo vibrante telecomandato». «Si installa e si attiva a distanza per avere un orgasmo in ogni momento». Ma Ventura sta per debuttare anche con l’abbigliamento fetish: «Lycra aderente, stile versaciano, prezzi sotto le 150 mila lire». Se il motto dei fetish addict è «indossare e mostrare», quello dei voyeur è «guardare e toccare». È l’imperativo dei locali che propongono l’orgasmatica lap dance intorno alla pertica e soprattutto della table dance, danza in salottino ad uso di una sola persona con strusciate e toccatine comprese. Godersi l’emozione di una table dance a Milano è possibile allo Strip Tease di via Padova, dove quindici fanciulle si avvinghiano al pubblico e con un gettone da 30 mila lire dedicano al voyeur un quarto d’ora di fibrillazione erotica in salotto privato. Più soft, ma molto amato anche dal pubblico femminile, il pub Lilì la Tigresse, in corso Buenos Aires dove le signore sono accolte sul banco del bar da muscolosi machi che le sbatacchiano senza troppa delicatezza, mentre i clienti maschi vengono sculacciati senza pietà da femmine in reggicalze e parrucche viola. Poco più a sud, nella padana Ferrara un ipermercato del sesso, l’Armony, accompagna gli strip con cene ad alto tasso afrodisiaco: pinne di squalo allo zenzero e piatti-viagra sono serviti da cameriere in topless. A Roma la trasgressione voyeuristica passa dall’Up and Down, locale con teatro a ombre cinesi animato da un uomo, una donna e un trans. Ma i più spendaccioni in fatto di sesso sono i gay. Negli ultimi mesi migliaia di nuovi locali di culto completi di dark room. Dalla mecca milanese, l’After line, la rete discogay si è diffusa al Sud. E oggi a spopolare sono locali come l’Area di Montecatini o il nuovissimo Gender appena aperto da Klaus Mondrian: al grido di «No ai confini sessuali», Mondrian propone performance gay e le- sbo a base di bondage, incerature e vecchie sedie da barbiere per pratiche sadomaso. Ma per la clientela omo si sono moltiplicate anche le saune. Le più accessoriate sono a Roma e a Napoli: il Body Center di via Persio offre ai gay labirintiche dark room, mentre l’Europa Multiclub di via Aureliana garantisce stanze attrezzate per il sadomaso dove si pratica la crocefissione e lo sculacciamento furibondo.
A Napoli invece la sauna Blue Angels accompagna gli incontri con il repertorio musicale partenopeo. E per finire, le guide offrono ai gay e alle lesbiche anche le più stravaganti opportunità di incontro: associazioni di gay religiosi, altre dedicate a gay pelosi e perfino a gay obesi. Un discorso a parte merita la mappatura dei club privè per coppie, passati negli ultimi tre anni da poche decine a un centinaio. Esplode la provincia, battuta dagli scambisti per esigenze di anonimato: e così i flussi della trasgressione portano al Cavallino Bianco di Chiusi o al Cocò di Massalombarda, che abbina al sesso la cucina romagnola.
(Hanno collaborato Benedetta Cucci, Benedetta Lignani Marchesani, Elena Vaghi)

Panorama - 9 dicembre 1999 – Anno XXXVII n° 49 (1756)

EUROSESSO: vizi e stravizi delle capitali dell’Eros

Parigi paradiso del fetish, Berlino mecca dei gay. Tallonate dalla neo godereccia Madrid e da una Londra dove tutto ormai è possibile.
Arriva la prima guida internazionale ai piaceri più trasgressivi. E si scopre che le luci rosse illuminano anche la neo disinibita Irlanda.
a cura di PIER MARIO FASANOTTI
 
Avete mai provato la panca da sculacciate del Bar-bar di Parigi, la sexy gabbia del Charleston di Madrid o il Paschà, bordello-grattacielo di 18 piani a Berlino? L’Europa non è e non sarà solo unita dall’euro e dalle dogane abbattute o dallo scambio culturale, ma anche dall’antico gusto libertino della trasgressione. Al reticolo di locali collegati in un ideale filo a luci rosse dal Baltico al Mediterraneo è dedicata una guida, scritta nella più diffusa lingua d’Europa, l’inglese, che promette indicazioni molto precise. Si chiama «Sex guide International» ed è pubblicata dalle Guide Edizioni di Roma: 730 pagine di indirizzi, con i quali soddisfare ogni voglia o curiosità.
Diamo un ‘occhiata alle novità e alle tendenze dei principali paesi europei. Con una novità a sorpresa: la pudibonda Irlanda che, pacificata e in via di arricchimento molla i freni inibitori.

- Londra -

Foto. Da sopra, il quartiere di Soho e la table dance nel locale For your eyes only; i frequentatori del sexypub-sauna Aquarius.

Foto di: Sygma / G. Neri. Dario Mitidieri / Generi. D. Swindelles / Camera Press. G. Muratore / Camera Press

Molte borchie, siamo inglesi.

Anche l’aristocrazia sedotta dal neofetish

Inglesi puritani e inibiti? Ma non scherziamo. Dopo le 21.30, alla televisione, c’è di tutto e guai, per chi partecipa ai dibattiti e ai talk-show, non dire parole come «shit», «fuck», «fucking». Su Bbc2 è andata in onda una serie di dieci film da 20 minuti ciascuno, Adult lives, in cui si esploravano i gusti sessuali britannici contemporanei. La chiave è quella di sfidare ancora il senso comune del pudore, con speciale enfasi sullo «strano». C’è la mamma trentenne che sbarca il lunario come prostituta-dominatrice, c’è un gruppo di gay che portano i telespettatori nei vari luoghi di rimorchio…
Per chi non vuole stare davanti alla tv, basta entrare in una cabina telefonica. Quasi tutte sono tappezzate da decine di cartoline illustrate con nomi e numeri telefonici degli offerenti: dal sesso normale allo «spanking» (sculacciamento, anche interattivo), al sadomaso e al feticismo, generi molto amati dai Londoner, che lo praticano in oltre 500 locali dedicati al bondage (farsi legare), al leather (cuoio & borchie), al rubber (gomma) e al vinile.
Ogni anno c’è perfino l’ambitissimo Rubber ball, la serata gala dei feticisti al Hammersmith Palais.
Biglietti costosi e’quasi introvabili per accedere a un club che vanta tra gli iscritti tanti aristocratici.
Anche le saune, come The Aquarius e Co-co’s sun lounge, pullulano di notabili londinesi, mentre spopola la table dance, ballo strusciante per pochi intimi nato nelle stanze del For your eyes only J in Abbey road park.
Tra le ultime mode c’è poi 1’«adult baby», ossia mettersi i pannolini e comportarsi da bambini. Una delle varie associazioni di categoria, la Little rascals, ha quasi 3 mila iscritti.
(William Ward)

- Berlino -

Và al bordello e salva le balene. L’impero di Beate Uhse, i cenacoli gay e perfino l’ecosesso.

Il settimanale Stern si è chiesto: siamo un popolo di erotomani? La domanda è retorica. Basta qualche dato. Le televisioni, dopo le 22.30, puntano sul sesso con ottime audience. L’impero erotico di Beate Uhse (vendita di articoli sexy, anche per corrispondenza, più catene di negozi) ha avuto uno straordinario boom in borsa. Fattura ogni anno 170 miliardi di lire e dà lavoro a 750 dipendenti. Si calcola che in Germania il business del sesso fatturi oltre 20 mila miliardi di lire. La fetta più importante riguarda prostituzione e night club, dove lavorano 200 mila persone, di cui metà sono lucciole. La mecca storica degli erotomani è Amburgo: 450 locali notturni, 120 bordelli, il più grande quartiere a luci rosse d’Europa.
Ma Berlino sta per rubare il primato amburghese, giocando la carta del «sesso ecologico». Per esempio la casa d’appuntamenti autogestita Hydra: una parte degli incassi vanno a Greenpeace e alle associazioni di difesa delle lucciole. E di gran moda il Psst, all’apparenza una normalissima kneipe (birreria): si paga la consumazione, si gioca a biliardo e poi si abborda una delle numerose addette al sesso. Il Kit Kat Club è invece il nuovo ritrovo per gli scambisti e per il sesso sado e fetish sulla pista da ballo.
Il più grande bordello della Germania si chiama Hotel Paschà: 18 piani con 300 stanze. Vi lavorano migliaia di lucciole. Il più celebre e storico si trova invece a Stoccarda. Si chiama Dreifarbenhaus e la proprietaria è un’anziana che gestisce, da 30 anni, una trentina di prostitute. Un bordello a conduzione familiare e l’immobile appartiene alla Chiesa.
(Walter Rauhe)

 

 

Foto. Da sopra: l’ingresso del circo erotico Wintergarten; scena di feticismo spanking al Night Fever; animatore per sole donne al Berlin Bunker.

 

Foto di: Holiver Hermann – Stern / Gerhard Kassner – Stern.

- Parigi -

Uno sculaccione vi ecciterà

Secondo il Nouvel observateur sono 400 mila i francesi che praticano il sesso collettivo. Esagerazione? Basta guardarsi attorno: ogni settimana apre un «club echangiste» per scambi di coppie. Pigalle non è più il solo quartiere peccaminoso, i locali erotici sono ovunque. Il più alla moda è il Bar-Bar, nell’undicesimo arrondisment, quartiere affollato di persone in tenuta sadomaso e vestite di pelle nera: sedie con manette di cuoio, tavoli da chirurgo con tutti gli utensili del caso e perfino una panca da sculacciata. Pascal e Nathalie l’hanno aperto due anni fa.
Spiegano: «La nostra clientela arriva di solito portata dagli amici. Qui si gioca a sculacciarsi, si gusta il piacere del gatto a nove code e ci si esibisce in performance sessuali di alto livello come la masturbazione collettiva». Una volta la settimana viene organizzata una vendita di schiavi, acquistabili con il barbar, unica moneta disponibile nel locale.
Chi ama le orge sosta al Sauna Club 46, dove la nudità e il calore facilitano gli incontri. Le donne con tendenze lesbo devono andare a Le Scandaleuse, bar per sole donne più famoso di Francia. Negli ultimi tempi ha guadagnato una fama perversa per le risse tra le signore, con interventi della polizia. Per i travestiti c’è il Queen, sugli Champs Elysées, gli omosessuali possono abbinare sauna e piacere all’Idm, in rue Faubourg Montmartre o incontrare intellettuali a Le Mot à la Bouche. I feticisti, al Demonia 10, possono acquistare la loro valigetta: un paio di manette, due vibromassaggiatori, frustino, guinzaglio, riviste e preservativi.
(Carla Bardelli)

 

Foto da sopra: una ballerina parigina dello spettacolo Tele 7 Jour; scambi di coppie all’Escadape e l’ingresso del locale erotico Le Paradis Latin.

 

Foto di: Tatian Markon – Sygma – Canu – Generi / N. Casamassima – Eikon Studio.

- Madrid -

Centinaia di nuovi club privè e 1.400 bordelli legali nella Spagna di Aznar.
Sorpresa: la Spagna è la Thailandia erotica d’Europa. Infranti i  mulini a vento della  moderazione, a Madrid il sesso è ovunque.
Oltre cento i «club privados del sexo», chiamati in gergo «club liberales», dove si pratica lo scambismo. Decine i ristoranti in cui, oltre al cibo con nomi al Kamasutra, viene offerto un sexy show. Nelle discoteche si proiettano film-pomo al ritmo di salsa, in altre c’è regolarmente un’ora di buio completo. Sono 1.387 i «puticlubs», bordelli legali in tutta la Spagna: per etero, gay e trans. Il mercato del «sexo» fa girare (spesso grazie al turismo) 3 mila miliardi di pesetas (oltre 35 mila miliardi di lire) l’anno. Le prostitute sono 350 mila e sono tollerate, anche per strada. In barba ai sondaggi per cui l’82 per cento degli spagnoli è fedele, i club privados sorgono come funghi: il più famoso della capitale è l’Encuentros di calle Vincente Caballero. Funziona così: alla fine dello strip poker, quando tutti sono nudi, comincia un altro gioco. Si devono scrivere le fantasie sessuali su un foglietto. Chi perde deve trasformarle in realtà. L’ultimo nato, a Madrid, è Charleston coppie in calle Agastia, dove c’è una zona nudista con cascate, 80 metri quadrati di letti, gabbie sex per il sadomaso e docce dell’amore. I metri dedicati all’«intercambio» diventano 800 all’Lg, dove furoreggia il «gang bang», l’amore di gruppo di parecchi uomini con una donna sola, come nel film “Le età di Lulù”.Un quartiere del centro di Madrid, il Chueca, è definito la San Francisco d’Europa: un paradiso omosex sponsorizzato dal ministero del Turismo che ha lanciato una campagna: «Spagna Gay, senti la passione».
(Gian Antonio Orìghi)

 

Il Berlin Cabaret di Madrid; scena da Il Kapital.

Foto di: M. Biorgene – Mark.

Panoroma 6 luglio 2000 – Anno XXXVIII – n° 27 (1785)

Eros in pagine gialle – Alla scoperta di Roma senza veli.

Per i romani o per chiunque voglia passare una vacanza a luci rosse nella capitale e dintorni un’idea potrebbe essere quella di sfogliare il mensile Trova Sex, sorta di pagine gialle dell’eros con tutti i locali hard di Roma e Lazio: dai sex shop ai privé, alle discoteche trasgressive. In più inchieste (nel numero di giugno, in edicola a 7 mila lire, si parla dei luoghi prediletti dalle coppie etero o gay per fare sesso all’aperto), interviste, articoli e annunci.
L’art director Klaus Mondrian dice che la pubblicazione è dedicata a tutti coloro che vivono l’eros «come gioia, non come morbo». Come mai ha voluto nel Trova Sex anche le solite foto di sexy casalinghe scattate tra le mura domestiche?«Sono squallide, ma hanno una loro sensualità».

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