
Il Messaggero - Domenica 2 maggio 1993
In edicola la prima guida gay e lesbica
E’ possibile trovarla in molte edicole e librerie della capitale. Costa 5000 lire, è la prima «pianta gay e lesbica 1993», rivolta a tutti gli omosessuali. La mappa è stata presentata ieri mattina nel circolo di cultura omosessuale “Mario Mieli” all’Ostiense. Il presidente del circolo Giuseppe Anastasi ha spiegato che «la guida si rivolge alla persona gay. Fornendo una mappa completa dei luoghi in cui si può incontrare con altri omosessuali, facendole capire che non è sola». La guida è stampata in cinque lingue con le indicazioni sulle discoteche, i bar, le saune, chi frequenta quel ritrovo ed il grado di pericolosità del luogo.
Il Messaggero - Sabato 8 maggio 1993
La prima cartina di luoghi gay
E’ la prima cartina sulla quale vengono indicati i punti d’incontro dei gay. Si può trovare in alcune edicole al prezzo di lire, cinquemila. Sono quasi tutti locali, discoteche, qualche bar, un solo ristorante e anche negozi di abbigliamento.
Una “pianta” che può essere utile agli omosessuali e alle lesbiche, soprattutto stranieri, che vengono nella capitale.
«E’ la prima piantina di questo genere che esce in Italia – ha detto Mimmo D’Antuono, l’amministratore della oMo, la società editrice che ha stampato la “mappa” – Ne stiamo preparando un’altra per Milano». La guida, in cinque lingue, si può comprare nelle edicole di via Giolitti angolo via Gioberti, piazza dei Cinquecento, via Veneto, corso di Francia, viale Manzoni, via Amendola, piazza Ponte Milvio e nelle librerie “Rinascita” di via Botteghe Oscure e “Bancarella” in piazza Alessandria 2.
Sulla mappa sono indicati locali conosciuti come l’Alibi, l’Angelo Azzurro o la sauna “Terme di Roma”, ma anche locali meno conosciuti, correlati da accenni sul tipo di persone che li frequentano e il grado di pericolosità del ritrovo.’
Alla conferenza stampa, che si è tenuta nel circolo di cultura omosessuale “Mario Mieli”, in via Ostiense 202, era presente Luigi Cerina, ex consigliere comunale, ed è intervenuto anche il verde Francesco Rutelli, candidato sindaco di Roma.
Il presidente del circolo Giuseppe Anastasi e il vice, Deborah De Cave, hanno chiesto a Rutelli “di lavorare insieme per un concreto avanzamento dei diritti civili delle persone omosessuali, consentendo al circolo di operare in una sede legalmente riconosciuta e adeguatamente strutturata, che permetta di porre fine ad anni di precariato e di inutile attesa”. Inoltre hanno chiesto al candidato sindaco “di essere in prima linea nella lotta contro la violenza agli omossessuali che negli ultimi anni ha mietuto tante vittime e di consentirci di continuare il lavoro nel campo dell’Aids attraverso la firma di una convenzione con il Comune per l’assistenza domiciliare».
Messaggero – Mercoledì 24 luglio 1996
Cacciatori di sesso, ecco la vostra guida
Dove osano i trasgressori: club privè, discoteche con “optional”, strade per i guardoni e per chi paga.


Di: Fabio Carosi
“C” come Colle Oppio. Zona di abbordo a piedi e in auto; prevalenza gay, tutte le età e situazioni. Disponibilità di extracomunitari. “T” come Terme di Caracalla. Zona di abbordo in auto per coppie, singoli, bisex, travestite e prostitute e guardoni autorizzati». Uno per uno i quartieri della Capitale con qualche luce rossa sono descritti nella “Mappa dell’Amore di Roma e del Lazio”, della oMo Edizioni, un pieghevole che dovrebbe interessare gay, lesbiche, guardoni, appassionati dello scambio di coppie e cultori dell’amore a pagamento tra i sedili dell’auto o dietro angoli verdi. E che dovrebbe preoccupare gli abitanti delle zone indicate, bollate nero su bianco come sedi permanenti di scambi, triangoli e cerchi erotici.
Secondo la “planimetria della trasgressione”. come la definiscono i due ciceroni, Mario Mollenbek e Domenico D’Antuono, chi vuole amare e non sempre pagare, deve solo mettersi in macchina e seguire fedelmente le indicazioni. Sesso sicuro – e il pieghevole rinuncia volentieri a uno spazio di pubblicità per ricordare che “il preservativo è amore, usalo sempre” – nella zona del Palazzetto dello sport dopo le 22; al Laghetto artificiale, dove la sera è più facile imbattersi in circostanze particolarmente piccanti e al Palazzo delle Belle Arti, dove la Mappa garantisce di trovare un luogo ideale per andare a far l’amore in macchina con la fidanzata e trovare qualcuno disponibile e guardare tra i cristalli senza l’incontro.
Gli abitanti di via Adenauer, piazza Champagnat e della zona del Museo della Civiltà romana, forse non saranno felici di sapere che il movimento di gay, prostitute slave e africane è messo in bella evidenza e che la mappa è stata tirata in diecimila copie con tanto di traduzione in inglese. “La lingua straniera è stata una scelta obbligata – spiegano orgogliosi i due ideatori – perché Roma è una città cosmopolita.
Per ora le copie sono state limitate – aggiungono – ma se questo prodotto (che è il primo in Italia) avrà lo stesso successo della Guida Gay, siamo pronti alla ristampa».
Eur a parte, chi fa l’amore in questo modo non mancare può nella una visita piazzola dell’inversione di marcia tra le uscite 10 e 11 del Raccordo anulare. “Abbordo e azione, soprattutto tra gay di tutte le età”, garantisce la guida che sottolinea nei “consigli per l’uso” come comportarsi in auto: “ Siate espliciti al massimo, segnalate con i fari il vostro intendimento; sorpassate l’auto che vi interessa, inserite le frecce fisse e aspettate». A piedi: “Accertatevi che le vostre intenzioni non siano fraintese e poi agite”.
Non potevano mancare i sexy shop, i disco-bar. le librerie gay-lesbico, i centri di occultismo e i numeri utili dove, accanto a polizia e carabinieri. compaiono i recapiti dei centri di assistenza per omosessuali e malati di Aids.
Dove acquistare la Mappa? Nei sexy-shop, tra falli artificiali e articoli in pelle e in tutte le edicole notturne. “Presto – dicono gli ideatori che hanno testato tutte le zone evidenziate – pubblicheremo le guide di Milano, Firenze, Bologna e Torino”.
Le “Ville del piacere” sono già quindici, cinque i sexy-shop e cinque i discobar per incontri speciali.
Roma come Amsterdam? Non proprio ma, a vedere i numeri, la città che ospiterà il prossimo Giubileo riserva opportunità agli amanti della trasgressione. I sexy shop nell’arco di due anni, secondo la Mappa della oMo, sono diventati cinque. Due le librerie specializzate e cinque i discobar attrezzati per incontri “speciali”.
Ma la vera sorpresa sono i club privè. La celebre Villa di Grottaferrata è stata affiancata da altre “case dell’amore”: “Sulle 37 con i quali ho contatti, una quindicina sono solo a Roma», racconta Alex, fondatore della Fragola Rosa, la prima agenzia nazionale che coordina “per ora 1323 coppie in tutta Italia. Con la mia organizzazione (32 linee telefoniche da affittare anche per uso segreteria a costo zero, due computer vocali e un manipolo di segretarie) sono in grado di garantire ai club dalle
100 alle 200 persone al mese”. Le ville del piacere sono un po’ ovunque. Un esempio è l’ex club di viale Giulio Cesare trasferito ai piedi dei Castelli, a Frattocchie, col nome di Copacabana: 310 metri quadrati immersi nel verde, con “sala delle torture”, una stanza con due pali a croce dove le vittime amano farsi legare prima di passare al tavolo ginecologico con corde e fruste.
Cosa cercano gli “scambisti” e i guardoni? “Emozioni. La tendenza a Roma vuole coppie che cercano singoli – continua Alex – spettacoli hard con contatto col pubblico, spettacoli con pornostar senza contatto, serate a tema sadomaso e gruppi chiusi di lesbiche o gay”.
L’ultima novità è Internet. Sulla rete si trovano molte cose al prezzo di 25 mila lire per l’abbonamento. Due gli indirizzi per scegliere la pornostar per l’addio al celibato: (…), (…).
Il Messaggero – Venerdì 14 agosto 1998
Maxi guida al sesso in Italia. Le pagine gialle delle luci rosse.
di GIANCARLO DEL RE
In un libro di vent’anni fa, uno psicanalista americano di nome, se ben ricordo, Thomas Szaz bollava la sessuologia come truffa a inclinazione fascista. L’attività sessuale, diceva, è la parte più individuale dell’individuo, la più personale della persona, e lo schematizzava, generalizzava, farne teoria, scienza, in qualche modo, per controllarla, governarla, di conseguenza mercificarla, è un’operazione massificante che nega all’individuo di essere se stesso. In soldoni: se hai un problema sessuale, ebbene sappi che è una parte di te e devi esserne geloso, altrimenti finisci tra le spire di un sistema che vorrebbe omologarti a tutti gli altri. Esilarante, secondò me, era l’esempio di una giovane sposa americana che riferiva al sessuologo di avere molto soddisfacenti rapporti con suo marito tre volte alla settimana. E la masturbazione? incalzava il sessuologo. Non mi interessa, naturalmente rispondeva la sposa. Male!, sentenziava il sessuologo con brevetto universitario da mille dollari. Se intende raggiungere la maturità sessuale, come tutti, deve esercitarsi ed arrivare all’ orgasmo in sei minuti con la masturbazione. Sei minuti, signora, ci provi. Thomas Szaz, ammesso che io ben ricordi il suo nome, ha perso, mentre ha vinto la sessuologia con brevetti universitari da duecentocinquanta a tremila dollari. Siamo arrivati alle pagine gialle del sesso, che in Italia sono ancora un opuscoletto, mentre in America sono già tomi enciclopedici, contenenti inserti pubblicitari non necessariamente attinenti alla materia, come fabbriche di automobili, per esempio. Basta sfogliare queste pubblicazioni per risolvere ogni problema di ordine sessuale, esaudire ogni voglia e magari scoprire in fondo a se stessi altri capricci, altre pulsioni e fremiti riposti. Credevi che quel detersivo fosse l’unico, il migliore, e invece ti sbagliavi, perché non è affatto quello il detersivo che ti conviene, precisamente quello che tu cerchi: c’è ben altro, bambino o bambina che tu sia, porcelloni miei. L’epopea del sesso scandalizza sempre di meno, anzi non scandalizza più nemmeno le monache di clausura, poverette, e questo è un bene e un male nello stesso momento: un bene perché demonizzare il sesso è stato, per millenni, un crudele metodo del potere, e un male perché a cominciare dalla ormai trentennale rivoluzione sessuale, genti riscattate, ma sorprese ed impreparate hanno visto nel sesso una conquista generazionale, anziché la riappropriazione universale di quanto c’è di più puro in natura. Personalmente, detesto l’idea delle pagine gialle del sesso, ma ben vengano, dico, se qualcuno ne ha bisogno. Lo scambio di un’occhiata per le scale, nel condominio, equivale a consultare una pagina gialla, e, secondo me, è più umana, anche se non assicura la certezza di un incontro. L’incertezza, il dubbio, l’attesa, il desiderio: tutto ciò è già sesso, in questo nostro mondo che sembra alla vigilia di una chiarezza definitiva. Si guarderanno, non si diranno nulla, si prenderanno per mano e sarà cosa fatta. Certo, le pagine gialle del sesso giovano a chi ancora patisce avversioni sociali, del resto orrende, per una propria diversità: i gay, i trans, gli innocenti reietti. Arrivano a Roma o a Milano dalla provincia, dove solo per essere se stessi, hanno rischiato il linciaggio, e trovano dove andare, dove essere accettati, anzi ben accolti, dove esprimersi per quelli che sono. E’ un po’ triste anche per loro sfogliare le pagine gialle, ma pensiamo a quanti ragionieri, avvocati, professori, dentisti, e insomma stimati professionisti, oltre naturalmente ad artigiani e bravi operai, se ne fregano delle stelle cadenti e non sanno come passare la serata.
Hard café e parchi del piacere - Ecco le pagine gialle dell’eros


Roma – E’ il mondo della libera sessualità, dello scambio dei ruoli, dei giochi tra le coppie. E’ il mondo che accende la luce quando le altre si spengono, che non si mescola col resto, che si nasconde. Ma che vive con grande intensità, costantemente, ovunque. Da Nord a Sud l’Italia è costellata da locali per gay e lesbiche, di club prive dove le coppie si scambiano, di negozi per l’abbigliamento dei transessuali. Ci sono agenzie che organizzano feste per i gusti più trasgressivi e altre che si curano di trovare accompagnatori (o accompagnatrici) per serate che non devono finire davanti alla televisione. Quattromiladuecento indirizzi, trecentocinquanta pagine di indicazioni su dove come e quando incontrarsi con chi si vuole per dare sfogo a ciò che normalmente vive nel represso. Un argomento che, si calcola, interessa il 10-15 per cento della popolazione adulta.
Ecco in sintesi quanto è pubblicato sulle pagine gialle dell’inconfessabile. “Sesso & Amore, Guida Italia 1998-99” pubblicata da oMo edizioni (353 pagine, 30.000 lire) e più conosciuta con il sottotitolo ”Sex Yellow Pages”. Uscita da pochi giorni nella seconda edizione aggiornata e corretta, fornisce dettagliatamente la mappa del proibito, indirizzi con descrizioni in italiano e in inglese di tutto quanto può interessare: ”etero, bisex, gay, lesbo e trans” come scritto provocatoriamente sulla copertina ovviamente gialla e ovviamente decorata da disegni di uomini e donne nudi e accattivanti.
L’Italia nascosta vive nella porta accanto. Sfogliare le pagine gialle anche per semplice curiosità ci fa sapere che quella boutique un po’strana a pochi passi da casa, eccentrica nei modelli ed esagerata nelle taglie non è altro che il rifornimento degli abiti dei trans e dei travestiti che altrimenti non saprebbero dove trovare zeppe e tacchi per il loro piede numero 45. A Roma i “negozi di tendenza” gravitano su via Cavour e dintorni, su via Merulana, ai piedi di Colle Oppio. Ma non solo si abbigliamento si occupano le pagine gialle del sesso. In realtà la voce chiave della guida è quella denominata “all’aperto”. Indica i luoghi di incontro per coppie e singoli etero e omosessuali, che si animano dal tramonto all’alba. Vi si accede senza presentazioni. A Roma sono 38 i luoghi d’incontro all’aperto catalogati. Molti i parcheggi: quello sottostante le mura dell’Archivio di Stato, quello di piazza Pakistan, quello del museo della Civiltà romana, c’è il piazzale del palazzetto dello sport, la zona intorno al palazzo delle Belle arti sulla Cristoforo Colombo, così come piazza Champagnat e il parcheggio dei SS Pietro e Paolo. C’è un parking del sesso anche sulla Flaminia, vicino a Saxa Rubra, un altro sulla Prenestina, all’incrocio con via Valente e uno ancora sulla Tuscolana, all’altezza di Cinecittà.
Sono luoghi abbastanza sicuri, la guida indica con una E, che è richiesto un abbigliamento elegante. Alcuni sono per giovani, altri frequentati da trans a pagamento. Ma in tutti possono accedere coppie e singoli con il solo bagaglio dei desideri nascosti.
Il termine “pericoloso” invece abbonda nei luoghi di incontro misti, frequentati non solo da coppie, ma anche da “gay, bisex, extracomunitari, prostitute, occasionali, camionisti e militari”: colle Oppio, Piazza dei Cinquecento, la zona di Termini, la stazione Tiburtina, il parco pubblico di Valle Giulia e Villa Borghese rappresentano la mappa del rischio a Roma.
Di contro, ecco i bar sexy club, le saune e i club privé, più sicuri perché ci si muove di fronte a testimoni, al riparo da aggressioni e violenze.
I primi due sono frequentati da gay lesbiche e bisex, i club privé invece sono la meta preferita degli eterosessuali in cerca di forti emozioni.
Lì si scambiano le coppie, si socializza la propria sessualità in una cornice ben diversa. Spesso si tratta di ville isolate (la più famosa è quella di Grottaferrata), con ampie stanze arredate con gusto.
Tra tende e comodi divani la fantasia si sfoga. Ma non è dato sapere l’indirizzo. Le pagine gialle del sesso si limitano a dare il nome e il numero di telefono, sempre un cellulare. Toccherà all’interessato farsi coraggio e chiedere la strada che porta all’Araba Fenice, allo Champagne, al Forum, al Glamour, al Mistery, all’Orchidea selvaggia e al Piano forte.
Sette paradisi per gli scambisti romani contro i 24 di Milano. Già, perché la capitale del sesso è il capoluogo lombardo dove esisteva una mappa della libera sessualità quando Roma ancora se la sognava. E infatti a Milano diminuiscono i luoghi d’incontro all’aperto, mentre crescono a dismisura i bar, i cinema e i teatri con spettacoli a luci rosse e per gay e, naturalmente, i club privé che non solo pubblicano tranquillamente l’indirizzo, ma aprono le porte ai clienti anche nelle ore pomeridiane. Cosa che nel Lazio raramente avviene. «Ma – dice Mimmo D’Antuono, editore delle pagine gialle del sesso – questa è la strada che tutti dovranno percorrere, perché, non nel libero scambio c’è anche un grande interesse commerciale e i locali che vogliono durare nel tempo devono dimostrare di essere gestiti con molta professionalità, anche a livello di orario”. Come a dire che ci stiamo avviando verso un’Italia in cui le luci rosse non si spengono mai.
Gregoretti: “Ma così si uccide l’emozione”
“Ai miei tempi c’era la libidine dal buco della serratura. Oggi, tecnica a mille, immaginazione zero”

di: Rita Sala
Roma – «Al Super cinema mi infilai di nascosto – ero un ragazzo che non aveva l’età – per vedere La cena delle beffe di Blasetti, il film del ‘41 con Amedeo Nazzari, Osvaldo Valenti e Clara Calamai. I seni della Calamai, rivelati all’improvviso dal gesto brusco di Nazzari che le strappa il vestito, sono rimasti un perno della mia fantasia erotica per anni, assieme a quelli di Doris Duranti in Carmela. L’Italia di allora, sessualmente censurata, cercava stimoli anche minimi per immaginare. E dato che gli strumenti erano veramente pochissimi, bastava un nulla per scatenare il cervello».
Pochissimi strumenti, ricorda Ugo Gregoretti, regista, testimone attento e ironico del costume nazionale. Pochi stimoli reali, poche occasioni concrete, molti tabù.
Di fronte alla summa sessuologica che le Pagine Gialle rappresentano, riflette smagato sulla «corsa del Paese verso la spregiudicatezza».
«Una salita verticale – dice – e molto rapida. Dovendo abbattere non pochi ostacoli, eredità codine, pregiudizi e paletti di vario genere, gli italiani sono andati avanti a passo carica. Un esempio?
Quando nei primi Sessanta noi giovani registi raccontavamo ai coetanei francesi e inglesi cosa ci accadeva in patria, i guai con la censura, le capriole per far passare le cose, De Sica costretto a implorare il sottosegretario allo Spettacolo per mantenere la parola puttana nella sceneggiatura di un film, loro ci guardavano allibiti, come fossimo marziani. Il peso del divieto, in Italia, era enorme.
Ma sviluppava la libidine da buco della serratura, una tensione che porta a universi erotici vivi, curiosi, più gratificanti della facilità di accesso proprio perché filtrati dallo stimolo della difficoltà e del travaglio».
Le Pagine Gialle del sesso, omnibus, vademecum, prontuario messale del piacere, agenda aggiornata del godimento o quanto altro, nulla hanno a che vedere, secondo il regista, con la visione di una sottoveste, un paio di calze nere arrotolate sulla caviglia o fissate dalle giarrettiere a cosce prosperose, un reggiseno a balconcino appena affiorate da una scollatura: “Il peccato era quello, aveva caste apparenze e immense potenzialità. Era fatto di indizi, di fugaci apparizioni, di lampi da amplificare in temporali. Oggi invece, dopo la gran corsa, siamo di fronte a una plancia di comando estremamente completa. Abbiamo a disposizione strumenti di ogni genere. Siamo circostanziati, precisi, elettronizzati, magnetici, disinibiti, etero, omo, gay, lesbo, trans, eccetera. Tecnica e tecnologia a mille. Immaginazione zero. L’emozione furtiva che rendeva stimolante l’eros è andata a farsi benedire».
E i giovani? Forse sono loro i destinatari primi delle Pagine Gialle, i fanatici dell’indirizzario a luci rosse.
“Sono padre di quattro figli. Uno solo è sposato e gli altri tre, che mi viaggiano ancora per casa, dovrebbero costituire per me un osservatorio privilegiato. Devo dire invece che sono elusivi, persino misteriosi, come elusive e misteriose, in fatto di eros, sono le nuove generazioni. Fanno cose, a volte, che mi inteneriscono. Dopo aver consumato un che presumo incontro, soddisfacente, con le loro fanciullette, li vedo rientrare nella nostra parte di casa, mia e di mia moglie, divisa dalla loro da una parete di legno, e rovistare attivamente nel cassettone dove teniamo le foto di famiglia. Cercano le loro immagini da piccoli da mostrare alla ragazza. Lei insomma, inconsciamente e clamorosamente mamma, chiede di vederli infanti. Quanta tenerezza. Quanti fascini perduti».
Affilatissimi, informatissimi, disinibiti, spregiudicati. Ma più poveri. Gregoretti perfeziona: «Mi diverto a leggere la posta delle riviste pornografiche: la devastazione culturale è altissima. Persino le perversioni, in un mercato così pingue e sono saturo, una specie di pret-à-porter da indossare con stanchezza. Prendete le toilettes maschili di un qualsiasi autogrill: scritte, slogan, inni a presunte mostruosità possedute dagli anonimi grafomani. Che tristezza. Essere costretti a segnalare le dimensioni del proprio attributo sulla porta di un cessetto d’autostrada”.
Ben diverse le rubizze iscrizioni che resistono sui muri di Ercolano e Pompei, sulle colonne del santuario di Delfi, sulle pareti dei ginnasi di Olimpia. Epigrammi di razza. Pagine gialle della vita, sanamente.
Il Messaggero – Lunedì 26 giugno 2000
" La mia non è una provocazione ma un servizio "

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