Corriere della Sera - 10 Maggio 1998

Tutti i luoghi dei gay

La città nascosta / presentata la mappa di stazioni e parchi a rischio

Le comunità omosessuali si appellano al futuro sindaco

di: Dino Martirano
Sarebbe bello se due uomini si potessero baciare in mezzo a piazza Navona. Sarebbe bello ma non si può. Non si può perché un vero bacio in pubblico tra due uomini scatenerebbe una rivolta popolare. Così bisogna cercare altri posti appartati per incontrarsi: ma molti di questi luoghi sono pericolosi, anche molto pericolosi. È realista Pino Anastasi, perché Roma non é san Francisco: lui, che è il presidente di un’istituzione serissima come il circolo di cultura omosessuale “Mario Mieli” è costretto anche a nascondersi, a strisciare lungo i muri per entrare nella sede del suo gruppo in via Ostiense 202. “Se fosse per noi – spiega Anastasi – apriremmo una porta secondaria per non passare più nel cortile, sotto gli occhi ostili dei condomini”.
E’ un giorno particolare in via Ostiense 202. Di solito qui sfilano in silenzio ragazzi e uomini in cerca di conforto psicologico e assistenza. L’Aids è il nemico numero uno da combattere. Ma c’è anche la guerra contro la solitune, l’emarginazione, la violenza. Così quando arrivano i cronisti, le telecamre e infine il candidato sindaco Francesco Rutelli, nei locali del “Mario Mieli” ristrutturati solo per metà, si respira un’aria di festa, quasi di riscossa. “Gli omosessuali – taglia corto Anastasi davanti all’aspirante sindaco – non chiedono privilegi: vogliono solo essere trattati come tutti i cittadini romani”.
Sì, come tutti i cittadini romani; ma Roma non è San Francisco. E per la comunità omosessuale romana adesso le urgenze sono soprattutto altre.
Cosi si fa avanti Mimmo D’Antuono, della “oMo edizioni», che tira fuori il suo vademecum fresco di stampa: «La pianta Gay – Lesbica di Roma», una specie di abbecedario per conoscere i segreti, i pericoli dell’altra città.
La guida è seria ma nasconde tutte le contraddizioni e le angosce che popolano il mondo dei gay. Da una parte la “Pianta” offre gli indirizzi dei servizi sanitari per la prevenzione e la cura dell’Aids e dall’all’altra elenca ben 20 luoghi all’aperto dove si può conquistare, forse non solo a pagamento, un incontro ravvicinato con un partner sconosciuto, occasionale. E anche nella sezione denominata «All’aperto» la linea editoriale è schizofrenica: accanto agli avvertimenti (questo luogo è molto pericoloso) ci sono le indicazioni (addirittura le linee dei bus e del metrò) per raggiungere parchi e stazioni off limits di notte.

La trasgressione comporta i suoi rischi. Gli omosessuali romani lo sanno bene: soprattutto adesso che le cronache più recenti hanno raccontato gli omicidi di ben sette gay, vittime di ragazzi di vita pronti a uccidere per molto poco. Ecco allora che la “Pianta” cataloga come (abbastanza pericolosi) i giardinetti del Colle Oppio “frequentati da extracomunitari”. Nessun avvertimento per il Quadrato della Concordia, all’Eur, definito “punto di abbordo e di azione in luogo. Il più classico dei ritrovi gay all’aperto, Monte Caprino alle spalle del Campidoglio, è (molto pericoloso) anche se è frequentato di giorno e molto affollato d’estate dopo l’orario di discoteca. Valle Giulia: Un po’ di prostituzione, è bene accordarsi prima. Pericoloso. Villa Borghese nei giardini di piazza Paolina Borghese, prostituzione negli altri posti, pericoloso “anche se frequentatissimo di notte”. Nessun avvertimento particolare per i bagni pubblici di piazza Indipendenza e per quelli della stazione Ostiense. Molto pericolosi, secondo le indicazioni della “Pianta”, sono gli incontri “tra i chioschi del mercato di piazza Vittorio: occasionali, gay, travestiti.
Più tranquillo, alla Piramide, il marciapiede che costeggia il Cimitero inglese: “Travestiti”. Alla stazione Termini, bagni pubblici, binari 1 e 22: “Fare molta attenzione per la varietà di persone e situazioni”. Ferrovie Roma Nord, piazzale Flaminio: “Tutto il giorno, frequentatori e occasionali”. Anche la stazione Tiburtina è poco raccomandabile. Alla Galleria Esedra, invece, gli incontri avvengono “davanti al cinema a luci rosse”. Poi ci sono le periferie. Anche qui la “Pianta Gay di Roma” è molto dettagliata. La voce “Via dei Monti Tiburtini, all’altezza dell’ospedale Sandro Pertini” specifica: nessuna pericolosità del luogo, “campagna non coltivata”, anche se bisogna «parcheggiare l’automobile per poi inoltrarsi nei prati». Stesso discorso per il Raccordo anulare: Parcheggio tra l’uscite 10 e 11, corsia interna, occasionali e camionisti.
La Roma dei gay è anche questo: sono forse 300 mila. La popolazione di una città.

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