
L’Espresso – N° 21 – 29 maggio 1998
Estremisti del Sesso Eros 98 / Quelli del libero scambio

Dicono di essere più di mezzo milione in tutta Italia. Con 130 sedi e una dozzina di giornali. Quasi un partito… E’ il grande popolo dell’amore a partner incrociati. Viaggio in un mondo di club privè, di single e coppie a caccia di trasgressioni. Che la legge non reprime più –
Di Giuseppe Nicotri
IL LORO MOTTO È SEMPLICE:
«TUTTO È POSSIBILE e niente è obbligatorio». Agitandolo come una bandiera al vento, sfidano avversità. Intanto aumentano sempre più di numero e ormai reclamano una sorta di pubblica legittimazione. Venerdì 8
maggio hanno persino convocato a Fiuggi un primo congresso nazionale. La kermesse ha avuto una magra partecipazione, forse anche per l’eccessiva improvvisazione organizzativa. Ma ha indubbiamente sancito la loro definitiva uscita allo scoperto. Insomma, si comportano come militanti duri e puri di un movimento diventato talmente vasto da aspirare a farsi partito, quanto
mai trasversale, forte già di oltre 130 sedi riconosciute, una mezza dozzina di giornali ufficiali, oltre mezzo milione di iscritti e un numero imprecisato di simpatizzanti.
Stiamo parlando degli scambisti, neologismo che indica le coppie che fanno sesso con un’altra coppia (o più coppie). Con reciproco e consenziente scambio di partner, oltre che con reciproco godimento, senza drammi e senza ombra alcuna di gelosia. Soprattutto, senza scandalo.
«Francamente non capisco il perché di tanta meraviglia», sorride Èva Henger, ex Miss Ungheria, pornostar, donna di spettacolo e moglie di Riccardo Schicchi, il papà dell’Italia a luci rosse. Spiega e riassume con disarmante candore la bella Èva tentatrice: «Quando si andava nelle balere era ovvio che si potesse chiedere a chiunque tra i presenti se gli andava di ballare, come del resto succede oggi nelle discoteche. Magari balli di gruppo. Allo stesso modo oggi nei club degli scambisti si può chiedere a chiunque, singoli, coppie o quant’altro, “se gli va”. E se “gli va”, bene. Sennò arrivederci e grazie lo stesso.
Perché, a parte le fantasie malate dei moralisti pronti a immaginare chissacché, nei club degli scambisti “Tutto è possibile e niente è obbligatorio”. Regno del sesso e dell’erotismo sì, certo, ma anche del rispetto delle persone. E poi, certe cose sono sempre esistite, anche se a praticarle erano, come sempre accade quando si tratta di godersi la vita, quasi esclusivamente i ricchi».
E infatti il 30 agosto del 1970 l’Italia apprese con grande scandalo che nell’alta società non era raro lo sport dei triangoli e di altri, più affollati e più confusi poligoni. La scoperta avvenne in modo quanto mai tragico: quel giorno in via Puccini 9, a Roma, nella ricca residenza dei marchesi Casati Stampa, attico e superattico con giardini pensili, il marchese Camillo, che da tempo amava spiare gli intrattenimenti di sua moglie Anna Fallarino con lo studente Massimo Minorenti, non appena si accorse che oltre al sesso correva pure del tenero tra la sua signora e il giovane, non esitò a imbracciare il fucile e a sterminare il trio, riservando a se stesso l’ultima cartuccia.
Primo Avantgarde: sette anni più tardi nel 1977 i soliti milanesi fiutarono l’affare. In via Crespi apre così i battenti Avantgarde, da tutti riconosciuto come il primo locale italiano che, con la formula del club privato, impreziosito in seguito col francesismo del termine “prive”, permetteva ai soci (in pratica a chiunque, perché la tessera “riservata e personale veniva data all’ingresso al posto del biglietto di fare sesso in tutti i modi possibili: da soli o in gruppo. Partecipando o anche solo guardando. Omo od etero. Sopra o sotto…
Esibizioni sessuali a quei tempi davvero inimmaginabili fuori dalla propria camera da letto. Ma dovevano essere performance che comunque dovevano far gola a non pochi, se già l’anno dopo, nel 1978, nasceva la prima rivista per annunci specializzati, “La Coppia”, da un’idea di Gaetano Baldacci, il giornalista editore fondatore dello scomparso settimanale “Abc”, all’epoca impegnatissimo anche in battaglie civili.
Dunque, era iniziata in sordina, e nel pieno degli anni di piombo, la lunga marcia del libero scambismo. La nozione di «comune senso del pudore» portava ancora pretori, carabinieri e poliziotti a sbattere in galera chiunque osasse togliersi le mutande in spiaggia, sia pure riservata ai naturisti.
Neppure la marcia del libero scambismo fu priva di ostacoli e sbarramenti.
Nel 1985 la polizia a Milano chiude il privò Marilyn e mette nei guai giudiziari titolare Crispino Baldassarri. Per tutta risposta l’organizzazione culturale di sinistra Arci, che già s’era battuta per il topless, il nudismo e il riconoscimento dei gay, lancia i Salotti per lo Scambio delle Coppie
inaugurando il prive Tref Point nella stessa Milano, e il Remember sul colle di Covignano.
Nel ’92 Baldassarri, viene assolto perché, sentenzia il magistrato “Farlo nei privé non è reato”.
Concetto ribadito un anno dopo a Grottaferrata dal pubblico ministero Nicola Maiorano, che decide di archiviare le indagini sul locale “covo degli scambisti villa la Gioconda, animata dalla pornostar Jessica Rizzo, perché tra mura private il sesso non può essere considerato reato neppure se consumato in comitiva». Famosa la frase con cui il magistrato scolpì a voce la sua sentenza; «Ci sono cose ben più serie a cui pensare».
E così, mentre la legge si concentra sulle cose ben più serie, si moltiplicano club privé e riviste specializzate con annunci e inserzioni gratuite, con o senza foto illustrativa “nature” spedita dai singoli e dalle coppie scambiste. Royal Club a Firenze, Club dal Conte a San Prospero, nel Parmense, il Paprika a Bologna, il Punto 52 a Torino, e via così per sicuramente almeno altri 130 club di buon affidamento e di qualità non disprezzabile.
Idromassaggio alcuni sono su due piani, come L’Olimpo a Ladispoli e il Butterfly a Fiano Romano, famoso anche per gli idromassaggi. O addirittura su tre, come L’Araba Fenice sulla Cassia fuori Roma, il Forum a Frascati, con giardino e piscina come Villa La Gioconda a Grottaferrata, e Villa Sole e Luna a Porto Cesareo, con parcheggio dove pure si può “operare” romanticamente alla luce dei fari delle auto, come allo Champagne o al Regno di Mary Ann di Avellino. Tutti hanno un piano bar, come il Bluette di Genzano, o almeno una zona musica a piano terra, per rompere il ghiaccio. Spesso c’è una vera discoteca, come alla Gioconda, se non una mega discoteca, come all’Olimpo e all’Eros Club La Casina a Cassino (dove non è affatto necessario ballare vestiti).
Lettoni e divani sono piazzati sempre in posti strategici, per chi ama guardare, farsi guardare, partecipare ed essere partecipato in gruppo. Oltre alle serate a tema, ogni club organizza spettacoli di spogliarello o di porno (maschile e femminile). I club più seri ingaggiano solo personale iscritto alle apposite associazioni. Per esempio alla Federazione italiana strip-tease, con sede a Riccione. Ma ovviamente lo spettacolo, di qualunque tipo, può essere offerto da chiunque del pubblico voglia esibirsi in pedana sotto i riflettori.
Anche sul fronte delle riviste il panorama è ampio. Dopo “La Coppia”, tuttora viva e vegeta, sono
arrivate “Fermo Posta”, “Pop Contatti”, “L’Eco Incontri”, “Posta Annunci”, “Eros”, “Athena Club”. «Conosco coppie che praticano lo scambismo da nove anni, e non hanno intenzione di smettere», dice Antonio Grilli, direttore esecutivo del mensile “Fermo Posta”, rivista su piazza da 11 anni: «Per molti fare sesso attraverso lo scambio dei partner, cioè in doppia coppia, è un’abitudine consolidata, come la seconda auto o i doppi servizi». Solo a “Fermo Posta” arrivano 500-600 inserzioni la settimana, e ognuna riceva una media di 40-50 risposte. Ma sono molti quelli che non hanno più bisogno di fare annunci o di andare al prive, perché ormai si sono fatti il loro giro e hanno altri canali di ricerca.
Per esempio, sono migliaia quelli che usano Internet e la posta elettronica per cercarsi, proporsi e darsi appuntamento. Chi con foto illustrativa. E chi senza. Tutti assatanati o maniaci spinti? «Siamo una coppia 30enne, non ci riteniamo né pervertiti né depravati, pensiamo semplicemente che ogni persona abbia il diritto di realizzare ogni suo desiderio anche erotico, nel rispetto della libertà altrui», premette ad esempio l’annuncio numero 11934 di una rivista. E prosegue: «Consapevoli che si tratti più di una cosa facile a dirsi che a farsi, speranzosi ci mettiamo alla ricerca di coppie giovani (max 35 anni), carine, desiderose di trasgredire con il corpo e con la mente». «Non amiamo le persone frettolose», prosegue l’annuncio, «ma il mettere gli altri a proprio agio, la giusta atmosfera. Apprezziamo molto signorilità e cultura, specie se ben fuse con malizia e istintività. Cerchiamo anche educazione, cortesia e igiene».

I Numeri - I Prezzi
Week-end perversi Annunci di questo tono ce ne sono tantissimi. Come del resto non mancano le coppie volgari.
Che dicono chiaro e tondo che cosa preferiscono fare, gusti, perversioni, misure preferite delle anatomie. In ogni caso, è quasi sempre specificata e bene accetta la «disponibilità a viaggiare e a ospitare specie nei week end». Tanto che in Italia si è sviluppato un nuovo tipo di turismo da fine settimana: non quello della seconda casa, ma delle seconde coppie e attività connesse. Insomma, il week end da scambio.
Educazione, cortesia e igiene sono il chiodo fisso della gran parte degli scambisti, i quali quasi sempre specificano che vogliono «solo rapporti protetti». «Eppure ho notato che nonostante la grande paura dell’Aids, il 50 per cento delle persone che fanno sesso nei prive non usa il preservativo», afferma il regista Francesco Campanella (“Bugie rosse” con Alida Valli e “Strepitosamente flop” con Dalida Di Lazzaro). In attesa di iniziare a girare il film giallo “Amore estremo”, ambientato nei privé e ispirato dalla tragedia Casati Stampa. Campanella ha frequentato per molti mesi i più svariati club. «A guardar bene, non sono poi così trasgressivi», afferma, «perché, per esempio, sono frequentati da un sacco di ragazze timide in cerca di marito, da molte persone che assecondano il partner solo per paura di perderlo con un’eventuale amante sconosciuta. E comunque il prive è solo un pretesto, un’occasione: si allacciano rapporti, poi ci si “scambia”nelle case private».
Guida al libero scambio militanti dello scambio sono in deciso aumento e hanno smesso da un pezzo l’atteggiamento da clandestini. Persino in paesini come Riva Ligure, regno del turismo da spiaggia per famiglie risparmiose, la modesta discoteca di corso Villaregia ha preferito trasformarsi in privè. Lungo il Naviglio Pavese, a Milano, nella desolata via della Chiesa Rossa, è da poco spuntato il Mezza Luna a soli 200 metri di distanza da un altro club, gli Champs Elysées, entrambi in anonimi caseggiati popolari.
Forse gli attivisti del sesso e del libero scambio fonderanno un partito o forse no.
Di sicuro, però, Domenico D’Antuono, titolare della Omo Edizioni, tra pochi giorni pubblicherà la nuova edizione della guida “Sesso & Amore – Sex yellow pages 1998-99”. Quattrocento pagine, prezzo 30 mila lire, recensisce tutti i club privé e i posti frequentati da scambisti e affini, per un totale di ben 750 città, paesi, paesini e località. Insomma, le pagine gialle del Bel Paese del libero scambio.

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