Giulio Cesare, bisessuale – Conquiste eroiche ed erotiche, politica e il fascino della bisessualità:

Giulio Cesare, figura iconica dell’antica Roma, fu un imperatore straordinario il cui nome è inciso nella storia per le sue conquiste militari, la leadership politica e la complessità delle sue relazioni personali. In questo articolo, esploreremo la vita di Cesare, focalizzandoci sulle sue epiche imprese, la sua morte tragica e il suo interessante status bisessuale, che gli valse l’appellativo di “Marito di tutte le romane e moglie di tutti i romani.”

Conquiste Militari e Leadership: Giulio Cesare, bisessuale,

emerse come un comandante straordinario durante le guerre galliche, dove condusse le legioni romane a vittorie impressionanti contro le tribù celtiche. Il suo celebre “Veni, Vidi, Vici” testimonia la sua abilità strategica e la sua determinazione. Cesare consolidò il suo potere anche attraverso la conquista dell’Egitto e della Spagna, stabilendo se stesso come uno dei generali più influenti dell’antica Roma. Sotto l’aspetto politico e delle riforme: oltre alle sue abilità militari, Cesare fu un politico astuto. Nel 49 a.C., attraversò illegalmente il Rubicone, segnando l’inizio di una guerra civile contro Pompeo. Dopo numerosi successi, divenne dittatore perpetuo nel 44 a.C., ma le sue ambiziose riforme politiche e sociali, inclusa la riforma del calendario giuliano, suscitarono resistenza tra alcuni membri del Senato.

Giulio Cesare: “Tu quoque, Brute, fili mi?”

Morte Tragica a Idi di Marzo: Il 15 marzo 44 a.C., noto come Idi di Marzo, Giulio Cesare fu assassinato nel Teatro di Pompeo dai congiurati senatoriali, tra cui Cassio e Bruto. Questo evento segnò la fine dell’era repubblicana e l’inizio del periodo imperiale romano. La morte di Cesare fu un momento sconvolgente nella storia romana, portando a conseguenze impreviste e determinando il futuro politico di Roma. La tradizione storica e letteraria suggerisce che Giulio Cesare pronunciò la celebre frase “Tu quoque, Brute, fili mi?” durante l’assassinio. Questo passaggio, tradotto come “Anche tu, Bruto, figlio mio?”, attribuisce a Cesare la sorpresa e la delusione nel vedere tra i suoi uccisori anche Marco Bruto, che considerava in qualche modo come un figlio adottivo.

La fonte più nota di questa narrazione,

è l’opera di William Shakespeare, “Giulio Cesare”. Tuttavia, è importante notare che Shakespeare ha spesso manipolato gli eventi storici per adattarli alle esigenze drammatiche delle sue opere. Mentre la frase è stata immensamente popolare nella cultura popolare e nelle rappresentazioni artistiche, la sua autenticità storica è ancora oggetto di discussione tra gli storici. La veridicità di questa citazione non è attestata nelle fonti storiche originali dell’epoca di Cesare. Resta comune un modo di dire nella cultura popolare di Roma

Giulio Cesare, bisessuale? il fascino della Bisessualità:

Un aspetto meno noto della vita di Cesare è la sua bisessualità aperta. Nell’antica Roma, le relazioni omosessuali erano considerate relativamente comuni tra le élite. Cesare, oltre ai suoi matrimoni politici, ebbe una relazione duratura con il re del Ponto, Nicomede IV, che gli valse l’appellativo di “Marito di tutte le romane e moglie di tutti i romani.” Questa affinità per entrambi i sessi non solo aggiungeva complessità al suo carattere, ma rifletteva anche il contesto sociale dell’epoca. Nell’antica Roma, la sessualità e le relazioni affettive assumevano forme complesse e sfaccettate, e la bisessualità era un elemento significativo del contesto sociale e storico dell’epoca. Per comprendere appieno il ruolo della bisessualità nell’antica Roma, è essenziale esaminare il modo in cui la società romana affrontava le relazioni e i costumi sessuali.

Pederastia e Relazioni Bisessuali:

Nell’antica Roma, esisteva una forma di pederastia influenzata dalla cultura greca. La pederastia coinvolgeva una relazione educativa e sessuale tra un uomo adulto (l'”erastes”) e un giovane (l'”eromenos”). Questo tipo di relazione era accettato come parte del processo educativo, sebbene potesse coinvolgere aspetti sessuali. La bisessualità era spesso considerata normale, e gli uomini potevano avere relazioni sia con donne che con uomini. Matrimoni di Convenienza: mentre l’amore romantico tra coniugi era considerato importante, il matrimonio nell’antica Roma spesso era influenzato da motivazioni politiche ed economiche. Gli uomini, specialmente quelli appartenenti all’élite, potevano mantenere relazioni extramatrimoniali con uomini e donne senza che ciò compromettesse la stabilità del loro matrimonio.

Giulio Cesare, bisessuale: il Ruolo delle Donne:

Le donne nell’antica Roma avevano ruoli chiaramente definiti all’interno della società, ma il contesto della bisessualità spesso offriva loro una maggiore libertà rispetto agli uomini. Le donne erano coinvolte in relazioni omosessuali, e alcune di loro potevano mantenere relazioni con uomini al di fuori del matrimonio senza subire la stigmatizzazione che avrebbe potuto colpire un uomo per lo stesso comportamento. Accettazione Sociale: la società romana, pur essendo patriarcale, aveva una visione più aperta nei confronti della sessualità rispetto ad alcune altre società dell’epoca. La bisessualità non era necessariamente vista come una deviazione o una forma di stigma sociale. L’accettazione sociale della bisessualità era radicata nella comprensione della complessità umana e delle molteplici espressioni dell’affetto e della sessualità. Le influenze culturali e l’interazione con le civiltà greche ebbero un impatto significativo sulla mentalità romana riguardo alla sessualità. La cultura ellenistica, che comprendeva idee come la pederastia e la celebrazione della bellezza del corpo, influenzò la percezione della bisessualità.

Declino durante l’avvento del cristianesimo:

Con l’avvento del cristianesimo, la visione della sessualità nell’Europa romana subì un cambiamento significativo. La bisessualità e molte altre espressioni sessuali vennero spesso rese taboo nel corso del tempo, poiché l’influenza della Chiesa cristiana cresceva. In conclusione, nell’antica Roma, la bisessualità era parte integrante del contesto sociale e storico. Le relazioni bisessuali riflettevano la complessità delle interazioni umane e la varietà delle espressioni sessuali nella società romana, che, in molti aspetti, si differenziava dalla mentalità delle epoche successive. L’avvento del cristianesimo a Roma ha avuto un impatto significativo sulle norme sociali e culturali, incluso il modo in cui la sessualità veniva percepita e regolamentata. Tuttavia, è importante notare che l’idea di un “declino della bisessualità” nell’antica Roma è una semplificazione eccessiva, poiché la situazione era complessa e variava in base a molti fattori.

Cristianesimo e Nuove Morali:

Prima dell’avvento del cristianesimo: a Roma erano onorare e diffuse tutte le credenze e religioni e non era difficile trovare altari e altarini dedicati alle varie religioni presenti e tutti venivano rispettati. Con la diffusione del cristianesimo a Roma, le nuove morali cristiane influenzarono le norme sessuali e la percezione della sessualità. Il cristianesimo promuoveva valori come la castità, la monogamia e l’astinenza prima del matrimonio, che si differenziavano dalle pratiche sessuali più liberali dell’antica Roma. Queste nuove norme potevano portare a una percezione più restrittiva della sessualità, inclusa la bisessualità. Stigmatizzazione dell’omosessualità: Con il tempo, l’influenza cristiana portò alla stigmatizzazione dell’omosessualità in generale. Nel corso dei secoli, le autorità ecclesiastiche condannarono apertamente le relazioni omosessuali, compresa la bisessualità, vedendole come peccaminose e contrarie agli insegnamenti cristiani. Leggi Contro l’Omosessualità: In alcuni periodi della storia cristiana, furono promulgate leggi contro l’omosessualità, che potrebbero avere influenzato anche le pratiche bisessuali. Ad esempio, nel corso dell’Impero Romano cristiano, furono emanate leggi che proibivano atti sessuali tra persone dello stesso sesso.

Cambiamenti nella Vita Pubblica e Privata:

Il cristianesimo ha portato a cambiamenti significativi nella vita pubblica e privata, incluso il ruolo della sessualità. Mentre molte pratiche bisessuali potevano essere accettate o tollerate in epoca romana pre-cristiana, il nuovo contesto culturale portò a una rivalutazione di tali pratiche. Persistenza di diverse espressioni sessuali: tuttavia, è fondamentale sottolineare che nonostante l’influenza del cristianesimo, diverse forme di espressione sessuale continuarono a esistere, anche se spesso in contesti più nascosti o marginali. L’atteggiamento nei confronti della sessualità nell’antica Roma non cambiò completamente, ma la stigmatizzazione da parte delle nuove autorità religiose portò a una diversa percezione e regolamentazione della sessualità, compresa la bisessualità. L’avvento del cristianesimo a Roma ha influenzato le norme sociali e culturali, inclusa la percezione della sessualità, ma la storia complessa dell’espressione sessuale rende difficile parlare di un “declino” generale della bisessualità. La realtà è sfaccettata e dipende da variabili culturali, sociali e storiche.

La Via Appia, nota anche come “Regina Viarum”

o “Regina delle strade”, è stata una delle antiche vie romane più importanti e celebrata per la sua lunghezza e solidità. Collegava Roma a Brindisi e aveva una lunghezza totale di circa 540 chilometri. Tuttavia, l’affermazione che ai bagni lungo la Via Appia si praticasse normalmente il cruising e gli incontri sessuali è priva di basi storiche. La Via Appia fu costruita nel 312 a.C. dal console Appio Claudio Cieco e svolse un ruolo vitale nel facilitare il trasporto delle truppe e delle merci. Era pavimentata con grandi blocchi di basalto e divenne una strada cruciale per il commercio e la comunicazione tra Roma e il sud Italia. Lungo la Via Appia, c’erano stazioni di sosta note come “mutatio” e taverne chiamate “tavernae.”, aveva inizio a Porta Capena, nei pressi del Circo Massimo, per proseguire verso sud con un tracciato lineare e agevole fino a raggiungere Capua e successivamente Brindisi era lunga. Era lunga 365 miglia (il miglio romano è pari a 1480 metri) quindi era lunga circa 529 kilometri ed è per questa che è considerata la prima autostrada (in senso moderno) al mondo.

Le “Tavernae” o aree stazioni di sosta,

offrivano ai viaggiatori la possibilità di riposare, mangiare, cambiare i cavalli e farli rifocillare. Tuttavia, non esistono prove storiche che suggeriscano che queste taverne fossero utilizzate per incontri sessuali. Le stazioni di sosta erano fondamentali per il regolare funzionamento dell’impero romano. Fornivano luoghi di riposo per i viaggiatori, permettendo loro di affrontare le lunghe distanze senza affaticarsi eccessivamente.

Presenza di Luoghi di Incontro Sessuale:

l’idea che queste Stazioni di Sosta. lungo la Via Appia erano per riposarsi, mangiare (vi erano anche bancarelle che vendevano mercanzia (stile Autogrill moderni), forniti anche di bagni e non si esclude, mi sembra del tutto normale, visto anche il costume nell’antica Roma, che fossero anche luoghi di cruising o incontri sessuali. Come nelle aree di sosta o nei bagni degli Autogrill moderni. Mentre è vero che alcuni bagni pubblici nell’antica Roma potevano essere luoghi sociali, di socializzazione e di conoscenze e nuove conoscenze con finalità di incontri sessuali, anche se non ci sono prove storiche.

In conclusione: Giulio Cesare, bisessuale rimane una figura,

straordinaria nella storia romana, la cui influenza si estende ben oltre le sue conquiste militari. La sua morte prematura lasciò un vuoto politico che fu colmato dall’ascesa di Augusto, ma il suo impatto duraturo sulla storia e la cultura romana è innegabile. La sua bisessualità, seppur meno conosciuta, offre uno sguardo intrigante sulla complessità della vita di Cesare e sull’accettazione della diversità sessuale nell’antica Roma. In fondo era accettate e considerate normali e nessuno si scandalizzava o vi erano “fobie”, verso di esse.


Immagine di frimufilms su Freepik


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