Ricky e Lamin – Sono Ricky, per caso ho scoperto sexyguideinternational.com e mio sono soffermato sull’articolo riguardante la vita gay a Reggio Calabria e in modo particolare sul giro intorno alla Stazione Centrale. Sono di Roma, ho 35 anni e sono gay, per lavoro sono stato 6 mesi a Reggio. I primi giorno mi sono trovato molto spaesato, in quanto nato è cresciuto a Roma, una grande città in merito alle possibilità d’incontri e l’anonimato che si vive.

Reggio Calabria mi è sembrato neanche un quartiere di Roma.

Spostarsi a Roma tra un quartiere e l’altro, dipende dall’orario, ci vuole anche più di un’ora se tutto va bene. Mentre Reggio Calabria una città urbanisticamente razionale ci vogliono 10/15 minuti (pochissimo traffico e semafori). Molti incontri, ormai, li faccio con internet ma non disdegno il classico cruising outdoor o car sex. La mia prima intuizione è stata quella di bazzicare nella zona della stazione Centrale, piazza Garibaldi e villa comunale. Di solito quando vado in un posto nuovo, mi piace osservare, capire e poi intraprendere azioni. Cosi è stato.

Ricky e Lamin: Di sera notavo molti ragazzi calabresi,

rom, rumeni e di colore sulle panchine difronte alla stazione, o passeggiavano in piazza Garibaldi, o alcuni dentro la stazione. Alcuni facevano capolino ai Wc in fondo sulla sinistra, perché c’era abbastanza movimento, alcuni consumavano nei bagni, altri invece si incamminavano verso i binari, perché oltre i binari vi era un magazzino degli attrezzi e consumavano li. Altri ancora si incamminavano lungo i binari a sinistra dove vi era abbastanza vegetazione, e vedendo di quello che stava per terra, significava che c’era molta attività: fazzoletti, astucci di condom, condom usati.

Al sud è facile approcciare con una scusa qualsiasi,

successsivamente si parlava del più e del meno e poi piano piano si entrava in un discorso diretto. Alcuni lo dicevano subito, forse per non perdere tempo: “Faccio marchette e ho un bel cazzo. Comunque era molto facile, attaccare discorso, loro pronti a conoscere e i “clienti” pronti a scoprire la “dote” e il prezzo. Rispetto a Roma che chiedono 50/70/100 €, dipende se si consuma in macchina per strada o se il cliente lo porta a casa.

Ricky e Lamin: Notavo, alla fine è un triangolo:

Stazione centrale, piazza Garibaldi, villa comunale nel giro di 700/800 metri notavo tantissimi ragazzi che camminavano o facevano comunella tra loro e appena notavano una macchina o un gay che cercava si avvicinavano o che si facevano approcciare da gay: il tempo di quattro chiacchiere e poi sparivano. Non sto qui a raccontare tutte le esperienze che ho avuto, ad oggi non le ricordo neanche tutti. Ho avuto diversi incontri con ragazzi ma un incontro, particolarmente eccitante, non posso dimenticarle: un ragazzo nero del Gambia, ed è quello che voglio rendervi partecipi con questo mio racconto.

Poi uno con un ragazzo Rom di Reggio

Calabria, altri con un ragazzo nero approcciato alla spiaggia antistante alla stazione Lido e che ho visto diverse volte, ma non li alla spiaggia, ma che lui usciva da una parte, l’altro usciva da un’altra, gli dicevo dove avevo parcheggiato e ci vedevamo alla macchina e poi si andava a una zona abbastanza lontana dove vi erano dei stabilimenti balneari abbandonati, zona Gallico, dopo la spiaggia della Polizia di Stato. Le volte successive ci vedevamo direttamente lì. Anche lui, bellissimo ragazzo, dotato, non estremamente dotato.

Ricky e Lamin: Un altro ragazzo degno di nota,

conosciuto ai bagni della stazione Lido, Mustafà un ragazzo marocchino e abbiamo scopato per la prima volta, in una galleria della stazione e con i treni che passavano. Lui sapeva gli orari e quando tempo avevamo per consumare. Successivamente ci vedevamo allo stabilimento balneare direi dismesso, una volta era un fiore all’occhiello per turisti Vip e della Reggio bene che contavano. Mentre i reggini comuni andavano a Pellaro, Catona, San Leo, a Gallico Marina o Archi.

Lo stabilimento dismesso, con 700/800 cabine,

di cui alcune in muratura e altre in legno, su tre piani, erano diventate covo per tossicodipendenti, camere per scopare. A Reggio Calabria vi è la Scuola Ufficiale Carabinieri e una volta ho visto una coppia di carabinieri (donna, uomo) e andavano in giro in alta uniforme, spada e a volte anche pennacchio, che uscivano ricomponendosi per quanto possibile. Si vedeva di tutto, sotto gli occhi di tutti. Nessuno si meravigliava di niente e ognuno faceva quello che voleva. In alcune cabine si vedevano all’interno, materassi, cose da mangiare, segno che qualcuno l’aveva trasformata in abitazione e che ci dormivano la notte.

Ricky e Lamin: Mi è rimasto un bel ricordo di Mustafà,

di solito si faceva l’incontro con pompa, scopata, e immancabilmente la consueta sborrata, regalino, chiedeva 15 €. Ad un incontro, forse era talmente arrapato o voleva dimostrarmi la sua virilità, era il periodo tra Maggio e Giugno, quindi faceva abbastanza caldo e già si indossava maglietta a maniche corte e pantaloncini. Ci chiudemmo in una cabina, conosceva quelle che si potevano ancora chiudere dal di dentro, mi disse di spogliarci, anche dalla maglietta. La cabina balneare, l’aveva pulita, messi tantissimi giornali per terra, quindi relativamente pulita.

Dicevo, siamo entrati e rimasi sorpreso dell’insolita cabina pulita,

mi chiese di sedermi a terra e nello stesso momento anche lui si era seduto e nudi. Il passo fu molto breve da seduti ci siamo stesi e a ha cominciato a baciarmi, accarezzarmi… iniziavi con la pompa e con il fare abbastanza frenetico e arrapata fece una scopata alquanto veloce. Di solito gli arabi sono capaci di scopare anche 4/5 volte, lui aveva 22 anni quindi nel pieno del vigore sessuale, Dicevo la prima è durata si è no 2 minuti, la seconda di più e la terza o la quarta… puoi anche dimenticare il tempo, solo un piacevole subire e basta. Mi disse, “Non è finita qui”, consapevole della precocità della sborrata.

Ricky e Lamin: Infatti, ci siamo fumati una sigaretta,

mi ha cercato ancora, era molto arrapato e si vedeva sia dal cazzo, subito sull’attenti e sia dal suo modo frenetico di abbracciare, baciare, accarezzare… Per dirla in breve mi scopo tre volte e voleva ancora, fui io a dire di no e oggi me ne pento, perché avevo il culo dolorante. Le dimensioni del suo cazzo intorno ai 19 cm e bello largo, quindi ben dotato. Dopo la seconda gli chiesi, ma poi alla fine quanto vuoi? Tranquillo, ho voglia, poi alla fine mi dai qualcosina in più e fratelli come prima.

Ricky e Lamin: Era molto frenetico a scopare,

comunque la seconda duro 9/10 minuti. “Mi disse voglio scopare ancora”. Risposi ok e nel frattempo ci accendemmo un’altra sigaretta. Finito di fumare gli succhiai un po il cazzo rispose prontamente alla mia bocca e lingua. Mi chiese di scoparmi, piace molto il culo agli arabi, e ricominciammo. La particolarità di questa terza scopata era più pacata… ma non finiva mai, ha continuata per circa 20 minuti. Il cazzo era durissimo e gli chiesi di sborrare perché non ce la facevo più. Duro ancora qualche minuto e si svuoto con molta passionalità. Alla fine non gli diedi 15 ma 30 €, mi ringrazio e mi disse: “Alla prossima”.

Ritornando al nostro racconto,, confesso all’inizio sono un po’ timido,

nell’approcciare ma una volta che capisco che l’altro ci sta o gli interessa il discorso, mi sblocco e non ho più freni inibitori. Era un sabato sera e proprio difronte ad una panchina della stazione Centrale era seduto un ragazzo nero molto bello. Alto, magro, ben vestito e dava l’impressione di aspettare qualcuno o in attesa di prendere il treno. Lo avevo adocchiato come possibile preda, gli ho gironzolato un po’ intorno, lui guardava e accenava a un sorriso.

Ricky e Lamin: Alla panchina accanto c’erano delle persone,

ho aspettato che andassero via e mi sono seduto. Classico, ciao, di dove sei… ci siamo presentati e ho notato che quando gli ho detto che non ero di Roma ma ero a Reggio per lavoro si è rilassato ed è stato molto disponibile nell’iniziare a parlare. Mi ha raccontato che lavorava ai mercati generali di frutta e ortaggi e che stava aspettando il treno verso mezzanotte per andare a lavorare. Erano le 21:00, mi sono detto bene ho più di tre ore per provarci, capire e se ci sta farmi scopare.

Domanda stupida: quanto guadagni,

per una notte di lavoro al mercato ortofrutticolo? 25 € mi ha risposto. lo controbatto dicendogli: come mai cosi poco? E’ quello che pagano mi rispose. Ho avuto il coraggio, anche perché, il ghiaccio si era sciolto, e penso che aveva capito che ero gay e notavo che ogni tanto si toccava il pacco o si posizionava sulla panchina in pose molto erotiche e in più con la lingua rossa si inumidiva le labbra. Intanto ero passato a sedermi con lui sulla stessa panchina.

Ricky e Lamin: In poche parole stavamo seduti vicino. presi coraggio

e gli dissi: se ti offro 25 € faresti sesso con me… Lui scoppio a ridere e dicendomi, si ma non posso. Perché non puoi, è stata la mia risposta. Intanto continuava a ridere. Alla fine mi disse che aveva provato a fare sesso con gay e che molti si spaventavano di lui. Si spaventano e perché, mi sembri una barava persona: mi rispose perché il mio cazzo è molto grosso e lungo. Gli risposi interessante, molto interessante, sarà come piace a me. Rispose dicono tutti cosi ma poi quando lo vedono, si spaventano e non vogliono più…

Non ti credo, replicai: un cazzo nero grosso e lungo,

soprattutto di un bellissimo giovane ragazzo, è il sogno erotico di tanti gay. “No non posso, ci rimarrei male, se poi andiamo, lo vedi e poi non vuoi più”. Ti garantisco che voglio, mi piacciono molto i ragazzi neri e se mi sono avvicinato a te, perché mi piaci e vorrei fare sesso con te. A te cosa piace, mi disse, perché io lo do solo. Io sono gay passivo, almeno su questo abbiamo trovato un accordo. Si va bene, ma poi se dobbiamo fare completo, ho paura di farti male.

Ricky e Lamin: Si capisco, gli dissi, il male lo ricevo io non tu,

a limite tu godi come tutti i maschi, che facendo male, godono di più, si eccitano di più e si sentono più virili e dominanti, quindi il problema dove sta. Può darsi che facendomi male godo di più anche io. In fondo il piacere vero quello fisico e mentale è un misto di dolore e piacere. “Si ti farai male anche perché, sono resistente e duro parecchi”. Meglio gli dissi, tu duri parecchio e io godo molto più che parecchio e sono sicuro che vorrò vederti ancora.

Sembrava quasi che volesse scoraggiarmi

ed evitare l’incontro o forse non voleva lui. Abbiamo parlato, per più di 15 minuti , il tempo passava e non volevo perdermelo e insistevo. “Si ma poi tu scappi, quando lo vedi… e io ci rimango male”. Intuii che voleva la sicurezza che avrebbe voluto le 25 €, che tra le mie guadagnate in una mezz’oretta e quelle che avrebbe guadagnato la notte al mercato della frutta a avrebbe portato a casa 50 euro. Gli dissi; “Andiamo, ti vedo e anche se dovessi andare via ti do ugualmente le 25 €.

Ricky e Lamin: Alla fine si convinse. Gli dissi, sono in macchina…

ma dove si va? Mi disse che conosceva un posto molto tranquillo e che nessuno ci avrebbe disturbato. Mi spiegò che avremmo dovuto andare dietro la stazione e che per arrivarci dovevamo attraversare il tunnel che passa sotto la stazione e che dall’altro lato c’era un po’ di vegetazione con una piccolo casolare abbandonato, dove anche di giorno ci andavano a scopare. Gli dico ok, le 25 euro ti do al momento quando arriviamo li: “Va bene” mi rispose”.

Intanto ci alziamo e ci incamminiamo, seguendolo,

costeggiando la stazione, scendemmo delle scale e ad un certo punto c’era un tunnel buio, non illuminato (che comunque conoscevo perché avevo visto di giorno) Visto o meglio non visto che non si vedeva assolutamente niente, accesi la luce del cellulare per vederci qualcosa. Arrivammo all’altra parte della stazione e per qual metro girammo a sinistra, attraversando un po’ di alberi e dopo circa 20 metri c’era questo casolare abbandonato.

Ricky e Lamin: Entrammo e cadde un silenzio tombale,

attraversando il tunnel buio, sinceramente mi spaventai ma la cosa buona era che confinante al casolare c’era una strada e ogni tanto passava qualche macchina e che con i fari illuminava la scena. Lamin era un ragazzo intorno ai 20 anni, alto quasi due metri, magro, un fisico da sballo e non vedevo l’ora di cominciare a toccare. Io 170 cm, magro, piccolo e con tanta voglia. Cominciai a toccare con le mani e sentii una cosa enorme e gli arrivava oltre la metà della gamba, una piccola proboscide…

Mi vene da esclamare “Ohhh ohhh,

quanta abbondanza anche se dorme. Mi fece toccare un po’ e mi disse: “Allora che te ne pare… ti piace… vuoi?”. Certo che voglio gli risposi attaccandomi a lui. “Mi hai detto che i soldi mi davi prima… ho paura che scappi quando ti sto scopando e non mi paghi più”. Gli dissi: è la stessa paura che ho io che dandoti i soldi, te ne scappi tu. Non scappo, voglio godere e farti male. In un attimo pensai, stiamo qui, anche se gli do i soldi e scappa (non è uno stipendio).

Ricky e Lamin: Pensavo, finora si è dimostrato serio,

quindi, gli dò i 25 €, li mette in tasca e subito si abbassa i pantaloni. Pensai… “Prima che la situazione mi sfugge di mano e di bocca, conviene darmi da fare”. Mi inginocchiai e comincia a leccare tutta quella bontà e abbondanza… non avevo mai visto un cazzo così. Era ancora moscio e penzoloni e a Roma, un cazzo nello stato semi dormiente, si dice è barzotto. Da moscio riuscii a farmelo entrare circa la meta in bocca pero ma mano che si eccitava e induriva riuscivo a prendere in bocca sempre meno e infine solo la cappella e un po di asta…

Enorme come lunghezza e spessore,

è vero non avevo mai fatto sesso con un cazzo cosi grosso. Visto che non riuscivo a prendere in bocca, cominciai a leccarlo tutto dalla cappella alle palle e garantisco la roba c’era e ne era tanta… mi detti da fare subito, con mani, bocca lingua e se avevo altro avrei usato tutto. Lui mi accarezzava la testa e la attirava a se con garbo e forza… cosa che mi eccitava molto. Sotto le carezze e i colpi della mia lingua, il suo cazzo diventò, turgido e duro, come si induriva il cazzo, anche la sua passione verso di me.

Ricky e Lamin: Mi accarezzava la testa, stringendomi,

accarezzandomi la schiena e chiedendomi se gli piaceva e se aveva paura… Ad occhio e croce forse era lunga sui 25/26 cm mai visto e mai preso un cazzo xxxxl cosi. La mia testa si era inebriata ma riuscivo ancora a pensare cosa mi sarebbe aspettato… non aveva importanza. L’avevo voluto e ora volevo godermelo tutto a tutti i costi. Era molto disponibile gli palpeggiavo i glutei, due palloni sodi, mentre con la bocca gli baciavo l’area pubica, e sentivo la mazza che mi attraversava tutta la testa superandola.

Con le mani andavo dai glutei alle cosce,

le pelle liscia e setosa e nell’area pubica percepivo il caratteristico odore dei ragazzi neri, che per alcuni è puzza ma per me che li adoro è un profumo francese. E’ il classico odore delle persone di pelle di etnia nera. Anche i bianchi hanno il loro odore, odore che è diverso in base al distretto specifico: ascelle, pube, piedi… Ero molto dolce mentre, tentavo, di gli facevo la pompa… per quello che riuscivo a fare si è no entrava la cappella e una decina di cm di cazzo, di più non potevo.

Ricky e Lamin: La cappella era proporzionata al cazzo,

è già quella mi riempiva la bocca e non riuscivo a fare più di tanto. Con un cazzo, anche, di 19/20 cm si riesce a fare una buona pompa, con un sali scendi ben fatto, ma con questo era impossibile, quindi ho succhiavo soprattutto la cappella e quello che potevo. Visto che a livello orale non si poteva fare più di tanto decisi di passare alla fase anale. Intanto il cazzo era diventato turgido, caldo, pulsava. Di solito porto con me sempre un buon lubrificante e soprattutto preservativi extra large sono quelli che compro per mia predilezione o comunque la speranza di trovarli tutti grossi.

Lui era eccitatissimo e avevo pantaloncini della tuta tirati giù,

mi rivoltai di schiena, mi abbracciava e mi attirava a se. Non è che prima avevo eccessivamente paura, un po va bene, aguzza l’istinto ma dal modo di come mi abbracciava e stringeva a se mi dava più sicurezza e tranquillità. Era sempre un incontro con una persona conosciuta, ma già il fatto di averci chiacchierato a lungo, quasi voleva dissuadermi a non incontrarci, mi dava una discreta sicurezza. Se era un male intenzionato, avrebbe fatto di tutto per concludere il prima possibile e di sbrigarsi, ormai i soldi glieli avevo dati.

Ricky e Lamin: Poteva o scappare o intraprendere,

un rapporto veloce e sbrigativo, invece tutto si svolgeva con molta calma e tranquillità. Visto la differenza di altezza, io cercavo di mettermi in punta di piedi e lui di abbassarsi, partecipava con abbracci, carezze e baci nel collo, mi leccava l’orecchio mi infilava la lingua nelle orecchie: per me ricevere queste attenzioni mi mandano in subbuglio: emozioni, pensieri e voglia frenetica. Rabbrividivo dal piacere e dalla forza e passione con cui mi trattava.

Dopo un po di coccole reciproche,

mi ha infiIato il suo enorme cazzone in mezzo alle gambe che mi usciva davanti per oltre la metà e mimava una penetrazione. Io con la mia saliva gli lubrificavo la cappella e l’accarezzavo con la mano. Lui con le sue forti e potenti braccia mi aveva afferrato ai fianchi e cercava di tirarmi su… per alcuni momenti non toccavo piedi a terra. Mi sentivo un pulcino tra le braccia di un gigante. Essendo un sesso occasionale, decisi di passare subito al sodo… volevo sentirmelo tutto dentro e farmi fare male.

Ricky e Lamin: Ci fermammo un attimo,

gli leccai ancora il suo enorme cazzone e gli infilai il preservativo che nonostante il formato xxxl feci fatica ad infilarglielo, riusciva a coprire l’asta un po oltre la meta.. Alla fine ci riuscii e mi dissi: “Ora fammi pensare un po’ a me, perché non so cosa mi aspetta o meglio sapevo benissimo cosa mi aspettava” lo desideravo molto, All’ombra dei miei 35 anni avrei preso il cazzo più grosso della mia vita., di un ragazzo negro, bellissimo di viso e di corpo, era il meglio che potevo desiderare, una persona gentile, pulita e soprattutto quello che portava in dote in mezzo alle gambe.

La cosa mi eccitava e spaventava…

ma volevo con tutte le mie forze mentali e fisiche. Presi il lubrificante e gli lubrificai il cazzo coperto dal preservativo e soprattutto mi lubrificai il mio povero ano, che da li a poco sarebbe stato violentato. Nel lubrificarmi abbondantemente, mi infilai anche 2/3 dita dentro per stimolare e attivare la dilatazione, oltre al fatto che già era stata attivata dalla mia mente. Il desiderio favorisce molto, l’allentamento dei muscoli costrittori dell’ano e il mio desiderio era notevole, quindi il mio ano era già preparato.

Ricky e Lamin: All’interno del casolare abbandonato,

c’era una forma di muretto, dove lui si era seduto (quindi abbassato), ed io con titubanza e piacere mi avvicinai con il mio sedere. Mi avvicinai e avvenne il primo contatto. Mi disse: “All’inizio fai tu, come ti senti di fare, perché poi, una volta dentro voglio fare io e non mi devi fermare. Azz pensai, qui le cose si mettono male, anzi bene. Con titubanza mi avvinai e appoggiai il mio ano alla sua cappella, non prima di aver stretto la sua cappella nella mia mano e accarezzata per tutta la lunghezza fino ad arrivare alle palle.

Come mi aveva detto gli ripetei, quello che prima mi aveva detto:

“All’inizio avrei fatto tutto io e poi avrei ceduto a lui la conduzione della, memorabile scopata”. Momenti di grande tensione emotiva, gli ormoni e il desiderio ballavano un tango insieme. Cercavo di prolungare l’attesa di questo enorme piacere che avrei provato: con il suo lungo cazzo in mezzo all’inguine, strinsi le cosce e mi muovevo avanti e indietro, facevo un petting, per assaporare il palo in mezzo alle mie gambe e quando mi spingevo tutto dietro mi fuoriusciva davanti gran parte del cazzo che accarezzavo e gli massaggiavo la cappella.

Ricky e Lamin: Al massaggio del cazzo e delle palle,

lasciavo una mano, mentre con l’altra gli accarezzavo l’addome, caldo, piatto e duro. Nel frattempo Lamin mi abbracciava, forte, mi baciava il collo, mi introduceva la sua lingua nell’orecchio e a tratti, mi prendeva tutto l’orecchio in bocca e con la lingua quasi a penetrarmi il canale uditivo. Ero eccitatissimo… quasi volevo che il mondo si fermasse un po’ ma non era possibile e quindi passammo alla fase successiva che tanto avevo desiderato per tutta la serata ed ero uscito di casa per cercare un bell’incontro.

Mi scostai da lui e piano, piano, roteando un il culo,

gli ripresi il cazzo in una mano e cercavo di direzionarlo all’interno dei glutei dopo avermelo passato sotto e sopra, stile un pennello. Mi concentrai e lo lasciai all’altezza dell’ano e senza spingermi dietro, appoggiai la sua cappella davanti al buco del culo. Lui fermo a cazzo dritto con la cappella appoggiata al mio ano, mi roteavo su me stesso, assaporando la calda, grossa, dura cappella che faceva quasi da snodo davanti al mio altrettanto, ano, caldo, umido e oserei dire, almeno mentalmente accogliente…

Ricky e Lamin: Dopo questo eccitante giochino

(cappella ano), cominciavo a pensare che era ora di spingermi indietro. Dopo vari tentativi e con enorme dolore (che bello…) riuscì ad appoggiare solo parte anteriore dell’enorme la cappella… mi mancava il respiro dal dolore misto al piacere, ma almeno una parte di cappella era appoggiava nel mio ano e che con dirompente potenza si era appoggiata e adagiata nel il mio buco. Il primo passo fu fatto, con un discreto dolore e piacere, ora mi aspettava la scopata più memorabile della mia vita (lo era, e lo è stata).

Con il mio corpo lo cercavo, cosi come con le braccia,

rivolte all’indietro cercavo un contatto con il suo corpo. Ad un certo, con dolcezza, mi abbraccio e mi attirò a se, senza spingere con il bacino, e lasciandomi ancora il giocare a me. Si era abituato anche lui e si adattava molto a me e aveva paura che se me lo avrebbe spinto tutto in culo, mi avrebbe fatto troppo male e l’avrei rifiutato, nonostante lodesideravo. Mi decisi, non vedevo l’ora, di farmi penetrare e quindi spingevo all’indietro il mio sedere, piano piano, per assaggiare tutta quella bontà.

Ricky e Lamin: Il dolore era abbastanza ma anche il desiderio,

di averlo era molto di più. Mi rilassai ancora di più, aiutato anche dal lubrificante che mi ero messo e dolcemente mi spingevo indietro. Io ero a 90 gradi e il desiderio di toccare e di averlo era tanto. Con una mano, andavo a toccare la situazione e rendermi conto: la cappella era quasi dentro, tutta l’asta era fuori e gli massaggiavo le palle grosse e morbide. Sentivo un enorme cazzo che mi stava attraversando tramite l’ano, mi dava dolore e piacere, e tale mi fece continuare, piano piano ma con costanza.

Mi spinsi ancora di più e la cappella aveva superato,

i muscoli dell’ano e faceva capolino dentro: “Ohoooo, oh si mmmmm” Era entrato la cappella e anche la corona che la circonda si era assestata nel mio culo. Era fantastico. Ormai il dolore misto al piacere aveva fatto posto al desiderio soddisfatto, indietreggiavo sempre di più, il desiderio superava il dolore. Accarezzavo le sue forti e potenti cosce, le palle, il cazzo e nella posizione in cui stavo e stava lui non riuscivo ad accarezzargli i glutei, mi bastava già quello che riuscivo a toccare.

Ricky e Lamin: É difficile trasmettere le emozione,

che si provano in certi momenti, solo chi lo ha provato può capire ed emozionarsi, magari, rivenendogli in mente qualche bella scopata. Sono sincero dopo anni, ci penso e mi eccito e vi confesso che a volte facendomi una sega ho pensato a quella sublime scopata. La cappella era entrata ed era stato superato il primo grosso ostacolo, i muscoli costrittori dell’ano, una minima parte dell’asta era entrata anche lei… ero felice e godevo. Con estrema delicatezza, continuavo a spingermi dietro, roteando il culo e percepivo il suo cazzo che si faceva strada dentro di me.

Una sensazione mi pervadeva tutto il corpo,

mi faceva rabbrividire, quando enormi mani mi accarezzavano i glutei, mani rudi da lavoro manuale ma molto delicate nel tatto. Approfittavo di questi momenti di dolcezza per spingermi dietro e l’enorme cazzo continuava ad entrare, con mio sommo dolore ma se continuavo vuol dire che il piacere e il desiderio di averlo tutto era molto maggiore. Indietreggiavo ed entrava e lo sentivo dentro in tutta la sua potenza e durezza, continuavo a indietreggiare dolcemente.

Ricky e Lamin: Ad un certo punto d’istinto gli dissi:

“Tutto bene Lamin?”, rispose, Si tutto bene, e tu?”. Risposi si tutto bene ma gli feci capire che nonostante il dolore mi stava piacendo molto: “Bene mi fa piacere e ti dico che hai un culo favoloso, sento il tuo buco che mi stringe il cazzo e questo anche per me è bello, come il tuo desiderio di avermi tutto”. “Wow”. Tra una spinta e l’altra, tra un gemito e l’altro, tra qualche scambio di parole e l’altro cominciavo a sentire che i miei glutei si avvicinavano al suo corpo. Mi rilassavano la sua calmae il mio forte desiderio.

Feci un tentativo di allargare ancora di più il culo

ma non so se ci sono riuscito perché era talmente tutto incastrato che non riuscivo a comandare i muscoli dell’ano. Era doloroso, pero mi piaceva, spingevo all’indietro e finalmente me lo sentii in larghezza e lunghezza tutto dentro. Trattenevo quasi il respiro, per percepire meglio questa piacevolissima sensazione, finalmente mi sentivo il culo pieno e i glutei appoggiati al suo corpo… era fatta almeno la penetrazione era avvenuta dolcemente ma non per questo meno dolorosa.

Ricky e Lamin: Lamin non si muoveva per paura

di farmi troppo male, ascoltava solo i miei gemiti di dolore, misti al piacere (e chi sa cosa pensava di tutto questo), sentivo il suo corpo e braccia avvolgermi con leggerezza e determinazione e questo mi dava sicurezza. Tutto questo mi inebriava il pensiero di godimento, mi stimolava ad andare avanti… infatti cominciai a dimenarmi con il culo in avanti e indietro per far si che il mio ano si abituava a quello enorme cazzo. Lui rimaneva fermo per non accellerare la penetrazione.

Andò avanti cosi per qualche minuto,

finché non sentii che la strada era aperta e che stava tutto dentro di me, con la sua mazza, enorme, potente e devastante. Mi sentivo pieno e percepivo la dilatazione dell’ano e quando facevo avanti e indietro con il sedere, in modo particolare quando mi spingevo indietro, sentivo che la cappella che mi toccava dentro qualcosa e che mi dava dolore. Lo percepivo in alto al mio addome: ormai era fatta ed era finita la prima fase del nostro incontro, avvenuto con pazienza, dolcezza e partecipazione di entrambi. Finora tutto era andato per il meglio.

Ricky e Lamin: Mi Teneva per i fianchi,

con il suo grosso tronchetto nel culo, io mi appoggiavo con le mani alle sue caviglie o gli accarezzavo, le gambe fin dove potevo, alle cosce non potevo arrivarci tanto ero piegato su me stesso… Il cazzo era entrato nel mio culo, con fatica ma era entrato. Una sensazione bellissima… e indescrivibile, ritrovarsi in una in un casolare, buio e abbandonato alle spalle della stazione Centrale di Reggio Calabria. A pensarci ancora oggi mi viene voglia di trasferirmi in questa città.

Lamin, ad un certo punto mi disse:

“Amore finora ti sei divertito molto, alla tua maniera, che dici se se ora ci divertiamo un po’ alla mia maniera?”. Non era una minaccia ma un modo molto carino per dirmi, ora basta la sperimentazione, ora toccava a lui divertirsi e anche alla sua maniera. A mala pena mi raddrizzai, dalla posizione in cui mi trovavo, mi appoggiai al suo corpo e piano piano mi scostai per permettere la fuoriuscita del cazzo dal mio culo. Nel momento che il cazzo uscii percepii quasi un risucchio di aria fresca che mi pervadeva il culo.

Ricky e Lamin: Mi rivoltai verso di lui e lo abbracciai,

l’enorme cazzo mi premeva sull’addome, gli dissi: “Grazie. Ok ora tocca a te, cerca di fare piano, almeno all’inizio, poi magari segui il tuo ritmo e il tuo istinto. Si alzo, si porto dietro di me, io mi appoggiai con le mani al muretto, con titubanza, paura ma anche tanto piacere, passai il gioco a Lamin, anche perché avevamo impiegato abbastanza tempo nei cosiddetti preliminari conoscitivi ed era ora di passargli il gioco per una scopata vera e e propria, anche perché il tempo passava, doveva andare perché doveva andare a lavorare.

Bene o male il mio ano era molto dolorante

ma comunque, per sicurezza mi misi ancora del lubrificante, per meglio accoglierlo alla sua maniera e farlo scopare a modo suo. Io piccolo e lui molto alto, io cercai di alzarmi i più possibile e lui per riuscire a puntare la cappella al mio culo, suppongo abbia divaricato le gambe. Mi prese per i fianchi e mi appoggio la cappella all’ano e dolcemente comincio a spingere, ero abbastanza dilatato e la cappella non fece una discreta fatica ad entrare, lo aiutati, spingendomi indietro.

Ricky e Lamin: Continuo a spingere e il cazzo lentamente,

si faceva spazio dentro di me, con io sempre ad aiutarlo, rilassandomi e rilassando i muscoli dell’ano. il piacere fisico e mentale, cominciava a sentirsi in tutta la sua dimensione. Continuammo e alla fine, il cazzo entro tutto e i miei glutei si appoggiarono al suo corpo, Lamin con un espressione di soddisfazione e piacere disse: “Ahhh…. Ohhh… Finalmente!” e d’istinto gli risposi: “Ohoo si bello, mi sento pieno”. Mi sentivo il culo tappato e pieno, dolcemente mi attaccai a lui per percepire ancora di più Lamin dentro di me e sentire la sua pelle pelvica appoggiata ai miei glutei.

Lui non comincio a scopare subito,

faceva un movimento rotatorio con il bacino e sentivo il suo cazzo toccarmi le pareti del mio colon come un massaggio, penso che fece questo, per assestarsi bene nel mio culo e prepararmi alla scopata alla sua maniera. Che sensazione ragazzi, solo chi ha provato può percepire le sensazioni che si provano e sono minime le sensazioni che può suscitare un racconto. Certo a chi non piace prenderlo, prova le stesse sensazioni di chi piace darlo, sensazioni opposte ma che si completano.

Ricky e Lamin: Se questo racconto lo sta leggendo un gay passivo,

o un maschio attivo, riescono ad avere belel sensazioni: dico maschio attivo perché se lo si fa occasionalmente o per soldi non lo definisco gay al massimo un bisex. Se lo sta leggendo è un etero, immagina il culo di una donna ma è diverso, le donne hanno una doppia possibilità, figa e culo, più delle volte il culo non lo danno o se lo danno non sono brave a godere come gode sa far godere un gay. Sono sensazioni percepite da punti di vista diversi: da attivo, passivo, da etero, bisex o donna… sotto l’aspetto fisico sono le stesse sensazioni, dal mio punto di vista.

Intanto, ancora lentamente stava dentro di me,

mi accarezzava la schiena mi stringeva i capezzoli, mi massaggiava il culo, prima con carezze e poi con piccole sculacciate. Ci sapeva fare e si vede che era abituato a volere quello che gli piaceva e sapeva prenderselo. Lo aveva tutto dentro, piano ma era tutto dentro. Mi disse: “Come va… ti piace… sto andando bene?”. Domanda retorica dal mio punto di vista, gli risposi: “Si… ohhh… certo che mi piace, in questo momento mi sento felice” e gli feci anche un sacco di complimenti: per la dimensione, per la delicatezza e la dolcezza che aveva usato con me finora.

Ricky e Lamin: “Bene, ora che ti sei abituato a me,

ho visto abbastanza bene, ora vorrei scoparti a modo mio… come scopano i veri gambiani…”, “Va bene, Lamin”, gli risposi, “Comunque ti prego di capire anche il mio povero culo, certo mi piacciono i cazzi grossi ma il tuo non è grosso, è enorme”. Rispose: “Farò del mio meglio e a modo mio fra un po’ ti sento caldissimo e pronto, il tuo culo scotta”. “A bene gli dissi… dopo una penetrazione normale, scoperemo alla Lamin gambiano…”. “Si è quello che voglio, godere e farti godere.

Con quello che già avevamo fatto fino a quel momento,

devo dire, in molta sincerità, mi aveva soddisfatto appieno: dolore è pacere, quel giusto mix in una indimenticabile scopata. Avevo goduto fondamentalmente io, Lamin aveva capito la situazione e si limitava ad assecondarmi. Mi sono reso conto che da ora in poi, dovevo stringere i denti e dovevo essere io ad assecondarlo e farlo godere alla sua maniera. Da questo momento in poi, cambiò anche il tono di voce, oltre alla presenza e forza fisica: più dominante, quasi arrogante. Da qui è iniziata una vera e propria cavalcata fra un dominante e un remissivo.

Ricky e Lamin: Il cazzo lo avevo tutto in culo,

da un po di tempo, provavo dolore ma sopportabile e godereccio. Lamin mi disse: “Sei pronto…” risposi: “Si sono pronto”. Ha tirato fuori il cazzo dal culo lasciandomi dentro solo la cappella e ha cominciato a sculacciarmi, prima lentamente e poi sempre più forte. Si sa i primi colpi sono anche piacevoli, ma dopo un po diventa veramente doloroso, perché gli schiaffi fanno arrivare più sangue alla cute e la pelle diventa molto sensibile e più è sensibile più si sente… il dolore, il bruciore. Ogni intanto interrompeva, mi teneva sempre per i fianchi e mi affondava l’enorme bastone in culo.

I colpi forti e profondi li sentivo quasi nello stomaco,

contemporaneamente sentivo il caratteristico rumore quando la sua zona pubica colpiva i miei glutei. Tutto questo da un ragazzone si 1,90 cm, forte, muscoloso e soprattutto arrapato. Da puledro si stava trasformando a cavallo imbizzarrito. Anche il suo respiro era diventato più frequente, affannoso e rumoroso. “Amore ti voglio sfondare tutto, l’hai voluto e ti ridurrò a mia vittima… a strumento del mio piacere”. Gli risposi, si Lamin, ti voglio, scopami forte voglio tutto il tuo cazzo, la tua forza, la tua passione.

Ricky e Lamin: Il ritmo dei suoi colpi erano colpi profondi,

nell’atto di entrare e uscire, mi sentivo in culo come uno svuotamento e e riempimento. La cappella mi sbatteva su in alto, con forza e determinazione, ogni suo colpo era anche un colpo di forte dolore, Contemporaneamente nell’atto finale della spinta la sua parte pubica mi sbatteva con forza sui glutei. In questi momenti, riuscivo a staccarmi con la mano destra e gli accarezzavo le palle e nell’atto di fuoriuscita e distacco riuscivo anche a sfiorare la sua asta possente, dura. Mi sentivo addosso un treno… per modo di dire… o un cavallo o solo un forte ragazzo che mi stava scopando con violenza e passione.

Si violenza, passione, forza, quello che tutti i gay

o donne amano nell’atto di scopare. Non tutti hanno la schiettezza di dirlo ma io amo essere scopato così. Altro che coccole e carezza, si certo ci vogliono anche quelle ma quello che ti fa vibrare le cellule del cervello e sentirsi dominati e alla mercé di un forte ragazzo. Un ragazzo che in quel momento si sta scopando ma l’unico obiettivo e dominare, infliggere dolore e piacere e soprattutto lasciarsi andare, senza freni inibitorie e con l’unico obiettivo di sfogarsi, liberarsi, Nel buio e nella notte di una sera estiva in una casolare abbandonato si sentivano solo i rumori del piacere… respiro, ansimi, rumore dello sbattere dei nostri corpi.

Ricky e Lamin: Cominciavo sentire il respiro

sempre più forte e soprattutto sentivo il colpi in culo della mazza di Lamin, un dolore che non vi dico. Mi percepivo le pareti dell’ano, si allargate ma in fiamme. Lamin mi disse: “Tesoro, ti piace, dimmi che mi piace che mi eccito di più… dimmi che mio vuoi ancora… siii dimmelo che ti piace il mio cazzone nero… ahhh… siiii!”. Gli risposi, con voce affannata, si certo che ti voglio, si mi piace, siii che mi piace, dammelo ancora, dammelo più forte… Si mi piaci e mi piace il tuo cazzone nero, lo vorrei almeno una volta a giorno… si ti voglio, ti voglio. Era veramente sconvolgente e devastante.

Mi sentivo addosso, un cavallo imbizzarrito,

che mi cavalcava con tutta la forza che aveva, una massa di muscoli e passione mi cavalcano e mi spingevano in culo un cazzone nero enorme. L’avevo voluto, desiderato dal momento che l’ho visto seduto sulla panchina. Ora l’avevo dietro che mi scopava… forte, fortissimo. Piaceva anche a lui, dal suo modo di fare, non era di uno che lo faceva solo per 25 euro. Aveva tatto e delicatezza e nel stesso momento mani rudi da lavoro manuale e dolcezza nell’accarezzare e forza nello sculacciarmi, si gli piaceva sculacciare e io questo lo amo.

Ricky e Lamin: Le sculacciate danno sensazione di maschio,

di desiderio, di partecipazione. Molti maschi lo fanno per dominanza e a molti gay per remissione. La pelle dei glutei, si arrossa e si sensibilizza e dopo fanno veramente male. Gli schiaffi li senti anche dentro per chi lo prende e anche per chi lo da in quanto le vibrazioni si riversano sul cazzo. Ecco il misto di dolore e piacere, un mix di sensazioni, percezioni dolorose e piacevoli. Oltre al rapporto che si stabilisce tra chi domina e chi è dominato. Fa anche da azione del cavallerizzo che scudiscia il cavallo per spronarlo e fargli sentire il comando.

Lamin ritmava i suo colpi sempre più frequenti e profondi,

insieme al suo respiro, i suoi gemiti, Io attutivo tutto e gemevo altrettanto. Ogni tanto ci scambiavamo delle parole o sussurri: “Ohhhh… siii… dai… porco…”, erano parole che accompagnavano il nostro forte eccitamento e piacere e la voglia di darci tutto a tutti i costi. Io a 90 gradi appoggiato sul muretto con le braccia e le mie mani attutivano i colpi e la forza di Lamin… per fortuna il muretto era resistente. Anche la resistenza di Lamin, si stava dimostrando tutta… era più di 10 minuti che mi riempiva il culo e mi sbatteva come un cavallo.

“Si Ricky… sei bravo… mi hai preso tutto…

si ci siamo, voglio riempire il tuo culetto…”. Cosi mi diceva Lamin con il respiro affannato e la voce roca e sensuale. Gli risposi; “Grazie tesoro, vedi che si nono riuuscito… ti voglio… ohooo, si che ti voglio tutto… ahhh… si si… dai… ancora… ancora… più forte…”. La mia vena masochista si era accentuata, perché si che godevo ma soffrivo anche molto. Si mi sono sempre piaciuti i cazzi grossi ma quello di Lamin è sproporzionato. Sproporzionato fisicamente e sessualmente… mi piaceva lui come era di viso, fisicamente ma mai avrei pensato che potesse avere il cazzo di quelle dimensioni. Certo la voglia di rifiutarlo non mi era passato neanche per l’anticamera del cervello.

Quando avrei incontrato, di nuovo,

un ragazzo cosi bello, black e cosi fuori misura e quindi mi armai di buona pazienza e piacere a godermelo tutto e a tutti i costi, anche se avessi dovuto andare al pronto soccorso. Sentivo il cazzo di Lamin, pulsare sulle pareti del mio ano che erano diventate infiammate e doloranti. Stringevo i denti e godevo, stringevo i denti e soffrivo in silenzio. Questa sensazione piacere/dolore, mi mandava fuori di testa… Ero riuscito, sommariamente bene, a prendere il cazzo più grosso della mia carriera di gay… Ne avevo preso grossi, mi piacciono grossi… ma un altro cosi non l’ho più trovato!

Ricky e Lamin: Lamin, intanto spingeva sempre più ritmicamente in fondo,

ogni tanto con una mano cercavo di accarezzargli il cazzo e toccargli le palle. Quando ero appoggiato con entrambi le mani sul muretto, nel colpo di spinta le palle mi sbattevano sull’inguine, anche questa era una sensazione notevole. Tutto era notevole e sproporzionato… quello che desideravo! Ad un tratto Lamin mi disse: “Ricky, ci siamo quasi… e complimenti per avermi fatto divertire a modo mio, in modo africano…”. Wowwww, risposi non potevo non rispondere diversamente dopo tutta quella bontà.

In effetti, Lamin aveva intrapreso la dirittura finale,

perche lo sentivo dal respiro, dal ritmo, dalla forza di spinta che dava ai suoi colpi. Mi teneva bloccato con i fianchi e ogni tanto mentre dava colpi, mi attirava a se e qui erano “cazzi amari” sentivo la sua cappella turgida che mi toccava da qualche parte e mi dava dolore, un tonfo dentro che mi arriva allo stomaco, alla gola, in testa… Era doloroso ed estremamente piacevole. Io fino ad ora avevo avuto il cazzo moscio e non osavo toccarmi. Sentendo dove era arrivato Lamin, mi eccitai anche io e mi tenevo pronto con la mano destra a menarmelo appena avrei lo avrei sentivo sborrare.

Ricky e Lamin: Tanto io due smanettate,

cosi com’ero, eccitato avrei sborrato subito anche io. Lamin gemeva ed ad un certo punto ha cominciato a parlare, non in francese, che comunque non avrei capito, ma nella sua lingua, il Mandinga. Glielo chiesi dopo che lingua aveva parlato e mi venne spontaneo dirgli: la lingua dei Mandingo e gli spiegai cosa significava in italiano dire Mandingo. Era un misto tra parole incomprensibili, balbettii, alternato a: Ohooo, ahhh, siii. Sentivo che era all’apice anche lui e cominciai a toccarmi anche io, perche desideravo sborrare insieme.

Divenne un cavallo indomabile, forte,

colpi di spinta da forare l’intestino, per fortuna che la natura ha fatto la cappella ovale. Sentivo il suo cazzo più duro che mai, con colpi frequenti e ben assestati e intanto mi segavo anche io ero quasi arrivato all’apice. “Si Ricki… vengo… vengo… ti riempio il culo… siiii, siii, ohooooo, ahhhh”, Era giunto il momento, il suo cazzo oltre ad un’azione di entrate e uscita, vibrava, in quel momento cominciai a stringere i muscoli dell’ano, anche se era difficile riuscirci. Volevo stringerlo per farlo godere di più e farmi male di più…

Ricky e Lamin: La situazione stava per esplodere…

Mi strinse più forte i fianchi e a dare colpi molto, molto frequenti… “Siiiii…. Siiiii. Ecco Ricky, ci sono ci sono”. Io cominciai a segarmi più velocemente, avrei skizzato anche io a momenti. Mi facevano male anche i fianchi, tanto era forte la stretta di Lamin. Riprese a parlare “mandinga”, mi concentrai su di me e sul suo cazzo… Oltre al ritmo di spinta, al tirmo del respiro, capii che stava sborrando perché i flutti di sperma che gli uscivano dalle palle e salivano lungo l’asta, si facevano strada, seppur stretto tra il suo il suo cazzo e le pareti del mio ano.

Ricky e Lamin: La sborrata duro per quasi un minuto,

percepivo i flutti di sperma che passavano e andavano a riempire a riempire il condom, percepii 7/8 volte gli schizzi, prima forti e possenti e man mano si affievolivano. Anche io sborrai e il mio sperma skizzava al ritmo dei colpi di cazzo che mi infliggeva Lamin…. Siiii. ahhhh… ohhh… ahhhhh….. mmmmmm. I nostri gemiti di piacere si confondevano, come si erano confusi il godimento e il piacere che ci eravamo dati, senza risparmiarci e senza negarci niente. E’ stata un gran bella scopata… indimenticabile, che è viva nei miei ricordi più bella della mia vita gay.

Lamin, si accasciò su di me…

con tutto il suo peso e la stanchezza che aveva accomulata scopandomi. E’ stato su di me per alcuni minuti, e godevo del suo cazzo nel culo e del duo peso abbandonato su di me. Ragazzi è indescrivibile la sensazione che si prova dopo una scopata così irruenta e naturale, mi sussurro nello’orecchio: “Grazie Ricky… di avermi fatto godere a modo mio. Sono sincero, non pensavo che mi avresti resistito…”, risposi: “Grazie a te Lamin… grazie”. “Per la tua bravura ora voglio offrirti un caffè al bar di piazza Garibaldi e ci scambiamo il numero di telefono”, non vedevo il momento di avere nella rubrica del mio telefono il suo numero.

Ricky e Lamin: Ci siamo composti alla meglio,

porto sempre con me fazzoletti umidificati, gli tolsi il preservativo, lo legai e notai un certo peso, segno che aveva eruttato molta sborra. Gli pulii l’enorme cazzo prima con i fazzoletti umidificati e poi i classici fazzoletti di carta. Mi pulii anche io e ci incamminammo verso Piazza Garibaldi, al bar sulla sinistra con le spalle la stazione. Strada facendo ci scambiammo il numero di telefono e mi disse che per ragioni di lavoro, lui era libero solo il sabato sera e che veniva con diverse ore di anticipo prima di recarsi ai mercati generali.

Siamo entrati al bar, ha ordinato il caffè,

volevo pagare io ma non me lo ha permesso. Ci siamo gustati il caffè con gusto e siamo usciti. Abbiamo camminato ancora insieme fino all’ingresso della Stazione Centrale di Reggio Calabria e delicatamente mi ha detto: “Grazie Ricky e spero di rivederti sabato prossimo, forse è il caso che ora ci lasciamo, perché non voglio farmi vedere insieme a te da altri connazionali, perché subito fantasticano del perché e per il come, la loro curiosità o invidia è enorme e sono capaci di inventarsi qualsiasi cosa”. Gli ho stretto la mano come due persone che si salutano e di cui uno parte.

Ricky e Lamin: Feci fatica a lasciare la sua mano,

ma alla fine la lasciai e Lamin, gli augurai buon lavoro, si incammino verso il binario di partenza. In non mi mossi finché lo avevo di vista, lui prima di girare a destra e quindi mi avrebbe perso di vista, si girò indietro, mi sorrise e spari alla mia vista. Io rimasi ancora qualche secondo, stringendomi nel mio ricordo di una bellissima scopata e di aver conosciuto un ragazzo straordinario. Nello stesso momento avvertii un forte dolore all’ano e vista l’ora andai a casa a farmi un bidè di acqua fredda per dargli ristoro.

La notte feci molta fatica a prendere sonno,

ripensavo ad ogni attimo della serata e godevo di ogni particolare e alla fine il sonno prese il sopravvento. La mattina successiva mi alzai per fare la colazione e l’amico che mi ospitava mi disse: “Cosa ti è successo ieri sera o stanotte, perché ti vedo con un viso raggiante”. Gli risposi: “Amico mio, ieri sera ho visto le stelle… “Beh per questo se è bel tempo qui a Reggio si vedono tutte le sere…”. Risposi: “Ho visto le stelle ma non quelle del cielo… stelle più immense, più luminose… più gratificanti che danno piacere al corpo e all’anima” mi replicò: “Che stelle saranno?”. Mai gli dissi, anche se eravamo ottimi amici, di quali stelle parlavo.

Ricky e Lamin: Spero che questa mia storia,

vera, certo un po’ abbellita vi sia piaciuta e mi date un like. Ma prima del Like, spero che vi siete eccitati e se siete amanti delle belle seghe saltuarie, spero che vi siete smanettati e anche sborrato. La cosa che più mi fa piacere, la vostra eccitazione e il vostro piacere. Sapere che da una mia storia vissuta, possiate godere, se siete amanti dei Racconti Erotici… Io godo sia delle mie avventure e sia quando leggo storie di sesso degli altri. Ci accomuna la lettura del piacere altrui. Grazie.


Autore: Ricky D.



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